Domenica 23 novembre 2014. Una data che ai più non dirà nulla ma che alcuni “privilegiati” non potranno mai dimenticare. Teatro dell’accaduto la Serie D italiana, lì dove il calcio non è ancora stato sfregiato dai milioni degli sponsor e dove a volte, si può assistere anche a gesti come quello che stiamo per raccontarvi.
Nel pomeriggio di ieri, a Potenza si giocava la sfida valida per il girone H tra la formazione locale e la Fidelis Andria. Tutto procedeva nella normalità, quando all’improvviso accade ciò che poteva sfociare in tragedia. Questa volta non a causa di tifosi un po’ troppo ultras o di arbitri minacciati o picchiati. Bensì a causa di un malore, accorso ad un supporter andriese mentre era intento a tifare la squadra della propria città. Subito il tifoso è stato accompagnato nell’ospedale del capoluogo, dove è stato sottoposto alle visite mediche ed agli accertamenti di rito. A fargli compagnia alcuni suoi amici ma soprattutto, meraviglia delle meraviglie, alcuni responsabili della curva potentina, che accertatisi delle condizioni dell’uomo si sono offerti di spesare la permanenza in Basilicata dei due pugliesi e di assistere il malcapitato tifoso.
A rendere noto quanto accaduto è stato proprio il tifo organizzato andriese, che attraverso un comunicato ha ringraziato i tifosi avversari ed ha evidenziato come il gesto sia avvenuto tra due tifoserie non legate da alcun gemellaggio o legame particolare.
Raccontato questo bell’episodio, non ci rimane che chiederci il perché questo accada. E non ci riferiamo all’episodio in sé, bensì al motivo per cui lo stesso non sia stato raccontato da alcun giornale, radio-televisivo o cartaceo. Possibile che in un’era in cui si assiste alla più totale spettacolarizzazione del dolore e di quanto più tragico possa esistere, fino a sviscerarlo nei minimi particolari, non ci sia tempo per raccontare un gesto così importante? Questo accade perché nessuno ha sparato a nessun’altro? Perché nessuno è stato minacciato o ha lanciato petardi in campo?
Noi, consapevoli che il tanto agognato calcio “formato famiglia” sia tutt’altro che una chimera, abbiamo deciso di rendere omaggio a questi tifosi. Andriesi e potentini, nessuno escluso. Perché, in una realtà in cui il pallone è sempre più spesso affiancato alla violenza da “Far West” o ad un tifo eccessivamente politico, ci piace ricordare come il calcio, quello vero, quello in grado di regalare emozioni, il calcio sicuro anche per i più piccoli, non solo sia possibile, ma udite, udite, esista già. Complimenti ragazzi!