Mario Balotelli discute con il tecnico dei "Reds"

Dopo pranzo, mosso dalla mia curiosità e dalla breve pausa lavorativa, ho visto il derby tutto inglese tra Liverpool ed Everton. Un match bello, profondo, emozionante, lontano anni luce da alcune gare di Serie A che servono a causare il pisolino pomeridiano. Tutto questo, comunque, è storia vecchia che ormai sapete tutti. Tornando all’incontro disputato ad “Anfield” ho anche ammirato, si fa per dire, un calciatore italiano con il numero 45 sulle spalle. Si, Mario Balotelli. La casacca rossa del Liverpool non gli sta male, gli dona grazie alla sua cresta bionda, ma lui non è che ha cambiato il suo modo di giocare. Nel primo tempo, nessuno dei tifosi di casa ha potuto intravedere un’azione degna di nota, in virtù di un immobilismo senza senso dell’attaccante classe ’90.

Nella ripresa qualche lampo: si procura la punizione per il provvisorio vantaggio di Gerrard, colpisce la traversa a due metri dalla linea di porta, si becca con un paio di avversari e alla fine esce per far posto a Lambert. Peccato per lui che, al 93° arrivi la doccia gelata dell’Everton con il gol di Jagielka, con la disperazione nel volto dei calciatori del Liverpool che già pregustavano la vittoria. Aldilà di tutto questo, posso tranquillamente affermare che Mario Balotelli è quel tipo di attaccante che non cambierà mai. Poco decisivo anche in Inghilterra, non è ancora stato capace di segnare una rete in Premier League.

Sfortuna direte voi, ma se un centravanti gioca dieci minuti su novanta le domande devono sorgere spontanee. A Liverpool, città nella quale i tifosi erano abituati ad esultare ai tanti gol di Suarez (associati ai suoi scatti d’ira), stanno iniziando a capire questo. Due sono le strade: Balotelli o si sveglia dal letargo post-Mondiale oppure a fine stagione un divorzio dai “Reds” potrebbe divenire realtà. E intanto il Milan se la ride…