Emergono importanti risvolti dallo scandalo Mafia Capitale di questi ultimi giorni: nelle intercettazioni delle autorità, oltre a molti Vip dello spettacolo, c’è anche il giocatore della Roma Daniele De Rossi, che avrebbe chiamato Giovanni De Carlo detto “Giovannone” per paura di ritorsioni a seguito di un diverbio in un locale notturno che ha visto coinvolto insieme a “capitan futuro” l’ex Benatia. Ci preme precisare che non ci sono rilievi penali nella vicenda ma fa un certo effetto leggere la risposta di De Carlo al giocatore romanista dopo che la vicenda, fortunatamente, era stata risolta dalle autorità:
“chiamame sempre… bravo! Hai fatto bene Danie’, amico mio”
De Carlo non è indagato per mafia ma “solo” per trasferimento fraudolentp di beni ma di lui Ernesto Diotallevi diceva nel 2012: “Teoricamente il boss a Roma sono io, materialmente è lui”. Insomma, che un personaggio del genere si rivolga così ad un giocatore fa pensare, nonostante De Rossi abbia dichiarato che la chiamata c’è stata solo perché l’aveva visto in quel locale. La confidenza dimostrata in quella telefonata, però, è inequivocabile. L’Italia non è un paese per onesti. Politici, personaggi dello spettacolo, giocatori: tutti hanno bisogno dell’ “amico”. Dove andremo a finire? C’è anche un solo settore di questa nazione corrotta che si salva?