Se non è una rivolta, poco ci manca. Il popolo milanista esplode di rabbia e scontento per la situazione in cui si trova la squadra, e lo fa affidandosi ai social e all’hashtag #BerlusconiOUT. Per la stragrande maggioranza dei tifosi, infatti, è del numero uno rossonero la principale responsabilità del declino inarrestabile del Milan in queste ultime stagioni. In particolare, la mancanza di investimenti sul mercato, le scelte sbagliate sulla gestione degli assetti societari, la poca chiarezza su quale possa essere un progetto di rilancio del club, quand’anche la stessa inadeguatezza dirigenziale di Adriano Galliani e Barbara Berlusconi, sono al centro della discussione e delle critiche di tutti coloro che, pur simbolicamente, hanno condiviso l’hashtag sulle proprie bacheche.
Chi con toni severi, chi con ironia e sarcasmo, un po’ tutti gli “internauti”, milanisti e non, commentano la crisi della squadra di Inzaghi, e a rincarare la dose ci ha pensato stamattina la notizia della vendita del pullman da parte della società di via A. Rossi per una cifra intorno ai 150.000 euro. Insomma, il paradosso che il Milan venda addirittura il proprio bus durante questa sessione invernale di calciomercato ha del ridicolo e rafforza la tesi di chi preferirebbe a questo punto la rinuncia di Berlusconi, con la definitiva vendita della squadra.
La storia di uno dei presidenti di calcio più vincenti in assoluto ha raggiunto il suo punto più basso: Coppe Campioni e squadre leggendarie, l’immenso sforzo economico per fare del Milan il simbolo calcistico del proprio impero, sono ormai un pallido ricordo e l’assenza di continuità in quello che è stato il club, tra la fine degli anni ottanta fino ai primi anni del nuovo millennio, si rispecchia nell’incapacità di sostituire un modello vincente con un altro ugualmente valido nella contemporaneità. Siamo davvero alla fine di un ciclo durato più di vent’anni e i tifosi rossoneri sono stati i primi ad essersene accorti.