hinault

La Hall of Fame del Giro d’Italia da oggi può contare su un nuovo nome: è Bernard Hinault, l’ultimo dei grandi. L’evento promosso da RCS Sport si propone, alla vigilia di ogni edizione della Corsa Rosa, di premiare annualmente con il Trofeo Senza Fine i grandi campioni del passato che hanno vinto la maglia rosa, ma non hanno potuto alzare al cielo l’ambita coppa, creata soltanto nel 1999.

Dopo Eddy Mercks, stavolta tocca ad un altro monumento delle due ruote, il francese Bernard Hinault. Professionista dal 1975 al 1986, il corridore bretone vanta tanti record: è uno dei magnifici quattro ad aver vinto per cinque volte il Tour d France (come lui soltanto Jacques Anquetil, Miguel Indurain e il già citato Eddy Mercks), è stato il primo ciclista (soltanto Alberto Contador vi riuscì successivamente) a vincere almeno due volte tutte e tre le grandi corse a tappe, è uno dei sei corridori della storia che può fregiarsi della tripla corona.

Nel suo palmares, infatti, accanto alle cinque Grande Boucle (1978, 1979, 1981, 1982 e 1985), figurano tre Giri d’Italia (1980, 1982 e 1985) e due Vuelta a España (1978 e 1983). E poi le cinque grandi Classiche in cui trionfò: una Parigi-Roubaix, due Giri di Lombardia, due Liegi-Bastogne-Liegi e soprattutto un Campionato del Mondo, quello del 1980 a Sallanches davanti all’italiano Gianbattista Baronchelli. Complessivamente ottenne 216 vittorie nei suoi dodici anni da professionista.

Meriti indiscussi, per cui gli organizzatori del Giro, capitanati dal direttore di Mauro Vegni, hanno deciso di rendergli un doveroso omaggio. “Il Giro d’Italia era ed è più difficile del Tour”, dichiara un entusiasta Hinault intervenuto alla cerimonia in suo onore: “Al Giro non c’è mai un giorno banale”. E poi svela la nascita del suo soprannome, il Tasso, appellativo coniato da Pierre Chany per la sua capacità di nascondersi in mezzo al gruppo e saltare fuori al momento giusto.

Infine una battuta sul ciclismo d’oggi: “Devono cambiare le regole”, osserva, ritenendo che debba esserci un meccanismo di promozioni/retrocessioni perché non tutto può essere regolato unicamente in base al denaro”.