C’è una data che spaventa tutti i tifosi del Bologna. Il prossimo 30 giugno, infatti, scadranno i termini per la presentazione della domanda d’ammissione al nuovo campionato di Serie B. Dopo la retrocessione, il punto di penalizzazione da scontare nella prossima stagione (ritardi su pagamenti Irpef) e la bufera societaria tra il contestatissimo Guaraldi e Massimo Zanetti, che si è offerto di aiutare il club, i tifosi felsinei guardano alla scadenza di fine mese con i brividi lungo la schiena. Entro quella data, la pratica per l’iscrizione alla Serie B dovrà essere saldata (costo di 800.000 euro) e fatta recapitare agli organi predisposti che valuteranno i documenti societari. Nella malaugurata ipotesi di un mancato accoglimento della richiesta, la società potrebbe addirittura chiedere di ripartire (secondo il regolamento) da un campionato di due categorie inferiori: procedura che comporterebbe, comunque, una prassi burocratica e amministrativa da sbrigare in meno di tre giorni. In un colpo solo, i giocatori potrebbero ripartire dalla Serie D, ed il club cambiare proprietà e nome, perdendo tutti i titoli sportivi e cancellando pagine di storia calcistica indimenticabile. Inoltre, ci sarebbe anche la beffa di non poter contare sull’apporto di Zanetti, per un eventuale nuovo assetto societario: il regolamento, infatti, vieta la candidatura di tutti quei “soggetti che, nella società non ammessa, abbiano ricoperto cariche sociali o detenuto partecipazioni dirette e/o indirette superiori al 2%“.

Il Bologna, incassato il punto di penalizzazione, e in attesa dei prossimi cda, avrà come priorità l’iscrizione al prossimo campionato di serie B. La pratica dovrà essere completata entro il 30 giugno e costerà 800mila euro. Ma se la domanda non dovesse essere accolta o perfezionata cosa potrebbe accadere?

L’ipotesi è da scongiurare perché a regolamentare l’argomento è il Comma 6 dell’articolo 52 delle norme organizzative interne alla Figc, che prevede quanto segue: il Bologna, in quanto società che ha partecipato in maniera continuativa ai campionati di serie A e B negli ultimi 10 anni e da 25 ai campionati professionistici, potrebbe richiedere di essere ammesso a un campionato di due serie inferiori, ovvero la serie D. Ma per poter esercitare il diritto, dovrebbe essere costituita una nuova società che presenti domanda d’iscrizione entro 3 giorni lavorativi dalla bocciatura ufficiale di ammissione alla serie B, allegando fideiussione bancaria da 100mila euro e garanzie di solidità finanziaria e continuità aziendale.

Quindi, qualora si verificasse questa ipotesi, il Bologna perderebbe la propria storia e bacheca sportiva. Non solo: perderebbe pure la possibilità di essere guidato da Massimo Zanetti, dal momento che lo statuto prevede che al capitale sociale della neonata società non possono partecipare soggetti che, nella società non ammessa, abbiano ricoperto cariche sociali o detenuto partecipazioni dirette e/o indirette superiori al 2%. La Figc, prima di ammettere la nuova società alla serie D, sarebbe poi tenuta a parlare con il sindaco Merola e avrebbe diritto a incassare un contributo straordinario, tra i 100 e i 300mila euro, in favore del Fondo di Garanzia per Calciatori ed Allenatori di calcio.