Se fossi stato uno scommettitore professionista, non avrei potuto esimermi dal puntare pesantemente sulla vittoria degli All Blacks alla Rugby World Cup 2015. Non semplicemente perchè partivano come i favoriti indiscussi di tutta la competizione, il motivo di tale scommessa è molto più fondato e molto meno aleatorio. E’ chiaro che gli All Blacks possono essere ammirati o presi in antipatia, ma sono comunque un riferimento che non si può bypassare, rappresentano il faro del mondo della palla ovale. Il movimento rugbistico neozelandese è da anni, se non da decenni, la punta dell’iceberg di una più vasta passione collettiva che accende i cuori di milioni di amanti di questo sport sparsi su tutto il globo, non solamente in Nuova Zelanda. Come spieghereste dunque il nome “All Blacks” e non “nazionale neozelandese di rugby”?

Non fraintendetemi, non intendo dire che i 22 eroi di Twickenham non si siano battuti per il loro paese quanto invece per una collettività più estesa, sarebbe una blasfemia visto il loro attaccamento alle proprie tradizioni native, dico soltanto che “All Blacks” è un marchio, un brand a tutti gli effetti, che dopo gli eventi della Coppa del Mondo da poco conclusasi vale ben 169 milioni di dollari. Nulla in confronto ai 3,26 miliardi di valore del Real Madrid il brand che, secondo la rivista Forbes, più di tutti spicca in cima alla classifica riguardante gli sport di squadra. Sicuramente però una cifra impressionante per il mondo del rugby, con parametri e valori ben diversi da quelli del calcio, lo sport più seguito al mondo. Ad ogni modo si stima che il marchio degli All Blacks, che prima del Mondiale era comparabile a quello del Marsiglia, ora ha invece superato quello di una squadra importantissima a livello mondiale come l’Inter.

Considerevole non è però la cifra in sé, quanto il fatto che il brand value degli “All Blacks” è raddoppiato all’indomani della Webb Ellis Cup vinta in casa nel 2011, e ha conosciuto un’impennata di 37 milioni di dollari dopo la vittoria del mondiale e si stima che, con una buona gestione del marketing, il valore del marchio potrebbe ancora raddoppiare nei prossimi dieci anni. Questo trend positivo è il riflesso del gioco espresso in campo, d’altro canto il segreto del successo passa soprattutto attraverso le vittorie: la Nuova Zelanda dal 1903 ad oggi ha vinto il 77% delle partite giocate (addirittura il 90% dal 2012), non esiste alcuna squadra al mondo che si possa fregiare di tale statistica. Sono tutti dati che dimostrano come una rappresentativa nazionale molto nota possa diventare in 25 anni una squadra globale.

di Simone Del Latte