Il bar è un luogo di perdizione e di ritrovo. Il bar è il ristoro dei vagabondi e il miglior antidoto per la solitudine. Il bar è l’aroma del caffè appena svegli o l’odore della birra alle due di notte. Il bar è la residenza di milioni di allenatori, è l’habitat naturale per assistere a un Mondiale. Calciofili impazziti, bambini, anziani, ragazze dal profumo mediterraneo, tifosi occasionali e quelli che sfoggiano vecchie maglie azzurre per scaramanzia: tutti insieme per Inghilterra-Italia, il secondo big match di Brasile 2014.
Una convinzione aleggia nell’aria: i decibel del bar sono decisivi per la vittoria finale. E’ così che il calcio diventa un rito e si trasforma in novanta minuti di sofferenza condivisa.
Il caldo di Manaus traspira dalle pareti, giovani concentrati s’asciugano il sudore, altri, preoccupati, si passano le mani sul volto ruvido come quello di Daniele De Rossi e Andrea Pirlo.

Al 35° minuto il destro dal limite di un biondo con gli occhi azzurri gonfia la rete. Non è inglese, è Claudio Marchisio. Abbraccio collettivo. Il bar assume le sembianze di una curva, è uno spicchio di tifo indiavolato, è un tassello goliardico di un mosaico in visibilio chiamato Italia.
Due minuti più tardi Sturridge decide di abbassare sensibilmente il volume. E’ 1-1. Bisogna ricominciare da capo. Tanto sudore per nulla. Ora sono quelli oltre la Manica a gridare. Se ne riparlerà il secondo tempo.

Fila al bancone, fila al bagno, una sigaretta all’aperto. Si parla di moduli, di sostituzioni, di attaccanti, della difesa che traballa, di un buon Sirigu, di un eccellente Darmian. Un quarto d’ora d’aria poi si ritorna in trincea: non possiamo perdere con gli inglesi al Mondiale.
Stesse postazioni, vietato cambiare l’assetto tattico. In fondo stiamo pareggiando, e visto l’exploit della Costa Rica, un punto non è da buttare.

Ma al 50° un tale di nome Antonio va via sulla destra e pennella in mezzo per la zuccata prepotente di un certo Mario. Antonio e Mario: due italiani qualunque che alle 1.05 hanno deciso di entusiasmare il popolo del bar.
Ora, vietato distrarsi fino alle 1.50. C’è una notte magica da vivere. C’è un sogno da portare avanti. C’è da sollevare l’ultimo bicchiere per brindare alla prima vittoria di Brasile 2014.

L’Italia resiste e al triplice fischio è una bolgia.
La felicità è reale solo se condivisa.
Hanno inventato il bar anche per questo.