Brasile-Germania 1-7 è il frutto di un crollo mentale senza precedenti nella storia dei Mondiali. E’ impossibile commentare un risultato del genere, analizzare cinque gol subiti in meno di mezz’ora. Roba da videogame, da campetti di periferia, da categoria Pulcini.
Eppure tutto ciò è accaduto al momento sbagliato, alla squadra sbagliata, nel posto sbagliato: in semifinale, al Brasile in Brasile. Teniamo a mente la data e la città (8 luglio 2014, Belo Horizonte) perché qui è andato in scena il Maracanazo 2.0, una tragedia sportiva per certi versi ancor più crudele.
Stavolta i tifosi verdeoro hanno smesso di crederci fin da subito, hanno versato lacrime per oltre un’ora, hanno assistito inermi alla loro debacle di sempre, al disfacimento dei loro sogni per mano di un rullo compressore.
Il Brasile, al Mondiale dei Mondiali, nello Stadio degli Stadi, avrebbe voluto giocare la Finale delle Finali, contro l’odiatissima Argentina; avrebbe voluto alzare al cielo, sotto gli occhi del Cristo Redentore, la Coppa di tutte le Coppe al termine della vittoria di tutte le vittorie: un piano perfetto, divino, irripetibile. Esagerato.
Ma il calcio, come spesso accade, si è fatto gioco di 200 milioni di persone nella maniera più spietata e inimmaginabile, consegnando alla storia una disfatta di proporzioni epiche.
‘7 gol subiti dal Brasile nella semifinale del Mondiale’ è difficile persino scriverlo, sembra un racconto di pura fantasia, ma non è nient’altro che il sottotitolo del libro ‘La Sconfitta di tutte le Sconfitte’.