Break Dance, ce ne parla Gorskiy Roman, in arte Froz, classe ’85, nato a Mosca (URSS) ma da anni nel nostro Paese.
Da quanto pratichi Break Dance? Come ha avuto inizio il tutto?
Ho iniziato a ballare nel 2001, quindi ad oggi sono 13 anni. Ho iniziato per caso, guardando un videoclip musicale su Mtv, quello dei Bomfunk Mc’s Freestyler. Il video mi ha gasato sia per la musica che per le movenze dei bboys (ballerini di breakdance) a tal punto che ho chiamato il mio miglior amico e gli ho detto di venire immediatamente a casa con una tuta sportiva perchè ci saremmo subito cimentati nella breakdance! E da allora non mi sono più fermato. Nel 2004 mi sono trasferito a Milano dove ho conosciuto i Bandits con i quali spacco ancora oggi in giro per i contest.
Cosa ti ha regalato sinora questa passione, a livello di premi, titoli, soddisfazioni personali e affini?
Questa passione mi ha regalo praticamente la vita che faccio. Mi ha regalato 13 anni di esperienze incredibili e bellissime, mi ha regalato viaggi in tutto il mondo, mi ha regalato tanti nuovi amici. Questa passione grazie al mio impegno mi ha regalato le soddisfazioni personali più grandi della mia vita. Ho vinto per due volte consecutive il Red Bull BC One Italy che è il campionato più prestigioso 1vs1 organizzato dalla Red Bull. Ma la vittoria più grande in assoluto, l’ho ottenuta vincendo le western European Finals a Napoli nel settembre 2013, è una vittoria storica che ha segnato sicuramente la mia vita perchè mi ha dato la possibilità di partecipare ai mondiali in Corea a Seoul come primo italiano nella storia del breaking che ci arriva attraverso le qualifiche. Insomma una vita di lotta per un risultato che ripaghi tutto il sacrificio!
Qual è il riscontro della Break Dance in Italia? È molto seguita e praticata?
In Italia la Break dance ha subito una fase di sviluppo e popolarità negli ultimi 10 anni non indifferente, oggi possiamo dire che moltissimi non praticanti conoscono cosa sia, è diventata così popolare che più o meno tutti sanno a grandi linee cos’è! Mentre anni addietro alla domanda cos’è la breakdance ottenevi le risposte più strane e incomprensibili. Grazie alla diffusione dei mezzi di comunicazione come Youtube, social network come Facebook si ha la possibilità di entrare in contatto con i bboys del proprio paese in maniera immediata invece prima questo non era possibile. Le scuole di danza sono piene di corsi e piene di gente che balla Breakdance e questo è bellissimo, un grande passo in avanti, che permette a un genitore dei lasciare tranquillamente il figlio in un luogo sicuro dove un maestro gli spiega come ballare.
Solitamente chi la sceglie? Occorrono particolari requisiti per praticarla?
Ovviamente la maggior parte sono giovani, si può iniziare anche ai 7-10 anni, nonostante io abbia iniziato a 15 anni e mezzo. Ovviamente particolari doti fisiche come agilità, leggerezza, fisico atletico aiutano, ma si sono riscontrati casi dove queste cose non avevano alcun peso e la forza di volontà ha permesso a ragazzi e ragazze che non possedevano queste doti di praticare Breaking alla grande.
Quali sono i tuoi progetti futuri e le tue speranze per il mondo Break italiano?
Al momento i progetti futuri sono dei contest italiani, alcuni europei, il nuovo trailer del mio gruppo Bandits. Spero di partecipare nuovamente al Red Bull BC One Cypher Italy per mettermi nuovamente in gioco. Del resto auguro al Breaking italiano il massimo sviluppo, la massima popolarità che in l’Italia venga riconosciuta grazie ai suoi talenti come una delle nazioni più forti al mondo in questa danza. Questo è il mio augurio.