Perché a ogni foto, notizia curiosa, in Italia si cerca sempre lo scoop per attirare l’attenzione di migliaia di lettori? Funziona così, ormai basta scrivere tre-quattro righe e il gioco è fatto, con tanti saluti al vero giornalismo, alla professionalità che, ogni giorno, finisce sempre più del dimenticatoio. I Mondiali di calcio, poi, sono oggetto di discussioni, grazie a episodi simpatici e non. Posso capire un gesto importante, un gol fantascientifico, che deve essere giustamente raccontato, ma non tollero un certo tipo di notizie che, proprio notizie, non sono. Questa mattina, chi ha comprato la storica “Gazzetta dello Sport” ha letto titoli sensazionali, trattative di calciomercato, risultati incredibili ai Mondiali di calcio (con la favola Costa Rica) e tanto altro. Proprio sul torneo iridato, la “rosea” ha pensato bene di ironizzare su un “paffutello” bambino presente nel gruppo di ragazzi entrati in campo prima di Olanda-Messico, gara valevole per il terzo ottavo di finale del Mondiale brasiliano.
Ebbene, la foto con il bambino in sovrappeso, vicino agli olandesi Robben e Wijnaldum, stando a quanto riporta il noto quotidiano sportivo, sarebbe diventata virale su Twitter. Tutto normale, o quasi, se si esclude la stringa che segue allo scatto. Infatti, si legge testualmente: “Il bambino in sovrappeso ripreso tra Robben e Vijnaldum, prima di Olanda-Messico avrebbe il physique du role per accompagnare i partecipanti del campionato mondiale di sumo, piuttosto che i calciatori di Brasile 2014. L’esilarante immagine della sua pinguedine a confronto con gli statuari oranje è diventata in breve una delle più condivise su Twitter”. Sei righe che lasciano il tempo che trovano, che prendono in giro un bambino che, certamente, non ha un “buon rapporto” con il cibo genuino.
In Brasile, infatti, ovvero la nazione del ragazzino immortalato, l’obesità e il sovrappeso rappresentano uno dei problemi più gravi anche per quanto concerne il mondo giovanile. Il 39% dei bambini brasiliani ne soffre e, secondo un recente studio, questo dato è mille volte superiore rispetto a 40 anni fa. Le cause? Alimentazione sbagliata, stile di vita errato dovuto alla povertà di un paese costretto a vivere il dramma delle favelas e non solo. Chi soffre di questo grattacapo non ha nemmeno il denaro sufficiente per recarsi da uno specialista e curarsi. Forse, queste notizie, non incuriosiscono il lettori. Ma non ditelo alla “Gazzetta dello Sport”.