Quello appena trascorso è stato il fine settimana del calcio di rigore. L’invenzione del calcio, più amata e più odiata allo stesso tempo da tutti gli appassionati di calcio. Uno strumento infernale in grado di unire due stati d’animo così diversi come l’ansia e la gioia se ti va bene, l’ansia e la tristezza se ti va male. Sono solo undici metri ma sembrano undici chilometri. La porta diventa piccolissima per chi tira e enorme per chi para.

Calcio di rigore da record quello parato da Andrea Pierobon. A 44 anni, 8 mesi e 10 giorni, il portiere del Cittadella, nella partita di sabato contro il Siena ha parato un rigore a Pulzetti. E’ il portiere italiano professionista più anziano ad aver parato un calcio di rigore oltre ad essere quello più anziano di sempre a calcare i campi ci calcio dalla serie A alla Lega Pro.

Penalty fatale invece per Diego Milito sabato sera contro il Bologna. Dopo 33 giornate senza aver avuto alcun rigore finalmente Icardi subisce fallo e l’arbitro fischia il tiro dagli undici metri. 33 giornate dopo l’ultimo rigore, sbagliato anche questo, di Alvarez nell’era Stramaccioni. Milito, proprio lui, l’eroe di Madrid, che era entrato da pochi minuti e voleva dare un segnale al popolo nerazzurro e a se stesso dopo un periodo opaco con tanta panchina e pochi minuti in campo. Prende il pallone e si prende la responsabilità. Tira il Principe, Curci para il calcio di rigore e arriva l’ennesimo pareggio per l’Inter.

Ancora i rigori protagonisti in questo fine settimana. Sono rigori di gioia. Le azzurrine dell’Under 17 femminile venerdì hanno conquistato un bronzo storico nel mondiale di categoria. Un risultato di assoluta importanza per tutto il movimento: nessuna rappresentativa femminile lo aveva mai raggiunto. Contro il Venezuela, dopo un 4-4 spettacolare, il match si è deciso dagli undici metri. Il portierino fenomeno Durante para due rigori e Simonetti segna il penalty decisivo.

Io me lo ricordo ancora. Me lo ricordo Roberto Baggio: la palla messa sul dischetto con una cura maniacale, una distanza lunghissima da dentro la lunetta dell’area di rigore. Inizia a correre calcia e poi finisce tutto. Palla alta sulla traversa e giù le lacrime. Proprio Baggio che ci aveva portato per mano fino alla finale.

I rigori danno e i rigori tolgono. Lo sa bene Grosso, eroe di Berlino e eroe di tutta l’Italia che con un tiro dagli undici metri ha cancellato Donadoni, Serena, Baresi, Baggio, Albertini e Di Biagio. Lo sento ancora distintamente il rumore della traversa di Gigi Di Biagio. Un rumore assordante. Ma ricordo di più quel pallone di Grosso che gonfia la rete. Il calcio di rigore più bello di sempre. E giù, di nuovo le lacrime.

C’è chi fa delle classifiche assurde basate sugli errori arbitrali. Vengono dati e tolti punti alle squadre in base a errori, oggettivi o meno, commessi dagli arbitri. La Juventus sarebbe sempre lì a giocarsela con la Roma con qualche punto di vantaggio in meno. L’Inter sarebbe sempre quinta, la Fiorentina terza e il Napoli quarto. Ma i rigori sono sempre i rigori. Sono undici metri che ti possono dare gioia o tristezza. Devi segnarlo il rigore, devi pararlo un penalty. I rigori danno e i rigori tolgono.