Che Romania-Ungheria fosse una “partita a rischio” lo si poteva immaginare visto che solo un anno fa fuori dallo stadio di Bucarest ci fu una vera e propria guerriglia conclusa con decine di arresti fra gli ultras ungheresi e diversi feriti. Un anno dopo non è cambiato nulla e lo squallido spettacolo è andato in scena direttamente sugli spalti nel corso e dopo il match di qualificazione agli Europei. Gli scontri violenti fra tifosi e forze dell’ordine venerdì sera a Bucarest hanno mostrato ancora una volta che il fenomeno della violenza degli stadi è tutt’altro che arginato e che non esiste solo in Italia ma anche in diversi altri Paesi.
Il viaggio dei tifosi ungheresi verso Bucarest poteva già far presagire che non sarebbe stata una passeggiata per le forze dell’ordine rumene che hanno dovuto fare gli straordinari già all’arrivo dei supporters ungheresi alla stazione della capitale rumena. Nello stadio, dopo un’iniziale calma, sono arrivati i primi tentativi di contatto fra tifosi, gli scontri con le forze dell’ordine, il lancio di fumogeni, seggiolini in fumo e le cariche contro gli ultrà. Risultato? Un’altra figuraccia delle due nazionali in Eurovisione.
Ma per alcuni quella che si profila come una figuraccia è, invece, un trionfo. Abbiamo fatto un giro tra blog e forum e qui non si parla di azioni da teppisti, di figuracce e di pessimi esempi quanto, invece, di gesti eccezionali, belle azioni, weekend divertente e così via. Nei forum si legge “Nice actions in Eastern Europe the last 24 hours”, cioè “Belle azioni nell’Europa dell’est nelle ultime 24 ore” oppure “europe without balkan is boring”, che significa che l’Europa senza i Balcani sarebbe noiosa. Insomma, palesi attestati di stima nei confronti degli autori degli scontri e delle violenze.
Qui si apre un capitolo a tinte fosche per quanto riguarda un problema molto sottovalutato e di cui i media parlano molto poco: la trasferta dei gruppi organizzati delle nazionali. Sono sempre più i casi in cui le trasferte degli ultras delle nazionali si traducono in un resoconto di scontri, arresti, feriti etc. A primeggiare in questa pessima classifica, sono gli ultras dei Paesi balcanici. Ve li ricordate i teppisti serbi che si impossessarono dello stadio di Marassi durante una partita fra Italia e Serbia del 2010? Ve lo ricordate Ivan Bogdanov? Venerdì quelli ungheresi non sono stati da meno e hanno seminato il panico nello stadio di Bucarest con l’aiuto dei “colleghi” rumeni. Si tratta in maniera particolare di gruppi formati da qualche centinaio di ultras ungheresi tutti accomunati da ideali di estrema destra e dall’obiettivo di fare scontri e seminare violenza. E tra questi ultras non mancano le donne.
Le foto che abbiamo pubblicato in questo pezzo sono state prese proprio da forum e blog magiari e alcune di queste testimoniano non solo il carattere estremamente violento di queste pseudotifoserie ma anche inquietanti legami a estremismi politici che tornano ad aleggiare non soltanto sulle rive del Danubio ma anche nel resto del Paese ungherese.