Roma-Napoli era attesa come la partita che avrebbe dovuto sancire la rinascita di una delle due squadre più in crisi del momento. Da una parte una Roma che non vinceva all’Olimpico da ben quattro mesi, un’eternità per una squadra che ad inizio stagione puntava allo scudetto, dall’altra un Napoli pericolosamente scivolato al di sotto del terzo posto ritrovandosi in una mischia per l’Europa piena di insidie.
E Roma-Napoli si è rivelata di fatto la classica partita in cui a vincere è stato il meno peggio, cioè la squadra riuscita a nascondere meglio le proprie lacune tattiche. Il risultato ha premiato i giallorossi in un confronto che a conti fatti non è di certo stato un elogio al calcio italiano. Una sfida equilibrata in negativo, con poche occasioni, soprattutto per i padroni di casa che sono stati però cinici nel riuscire a concretizzare l’unica chiara occasione da gol capitatale nell’arco del match. È il 25’ quando Iturbe allarga per Florenzi, l’italiano serve in area un solitario Pjanic che con un tiro preciso insacca alla spalle di Andujar. È il gol dell’1-0 e da quel momento la sfida cambia. Il Napoli che fino a quel momento aveva potuto sfruttare gli spazi lasciati dai capitolini deve fare i conti con una squadra che gioca in difesa ed è chiaro come in una tale situazione segnare diventi molto più difficile.
La partita persa tuttavia è solo la punta di un iceberg molto più grande basato sul caos che regna in casa Napoli, complici le innumerevoli voci di mercato che riguardano un po’ tutti e che vengono messe a tacere solo quando diventate di dominio pubblico in una maniera tutt’altro che esaustiva. E parlando di dubbi sul futuro e di voci di mercato non si può non parlare di Rafa Benitez. Il tecnico spagnolo è il classico esempio di come sia possibile mandare all’aria un intera stagione nascondendosi dietro un inspiegabile parlo, non parlo, che alla lunga non può non destabilizzare l’ambiente. Un allenatore che fa il prezioso, dichiaro, non dichiaro, lo faccio oggi, anzi domani…
A questo si aggiungono delle scelte abbastanza discutibili, come l’impiego di Callejon dal primo minuto nonostante fosse chiaramente distratto dalle voci di mercato che lo vedono vicino ad un ritorno in Spagna, o non in condizione se preferite, che di fatto si è rivelato il peggiore in campo. O come la decisione di lasciare in panchina un Gabbiadini che è già un miracolo non l’abbia presa sul personale. Da quando è arrivato in azzurro l’attaccante nonostante le buone prestazioni la metà delle volte è subentrato dalla panchina e non è un caso che con il suo ingresso sia riuscito a dare una svolta netta alla partita. Per non dimenticare la scelta che sa tanto di resa alla Roma, ma soprattutto al campionato, con il tecnico che al 76’ toglie uno spento ma pur sempre indispensabile Higuain per far entrare in campo Duvan Zapata.
Ma non possono bastare le voci di mercato a rovinare tutto d’un colpo quanto di buono fatto in questa stagione. A farlo ci pensa anche un Napoli nettamente italianizzato rispetto alla passata stagione. Se nell’anno passato preferiva accantonare le polemiche per tuffarsi di capofitto sul campo, rispondendo con i risultati, oggi assistiamo ad un Napoli ben diverso, in cui ogni occasione è buona per buttarla in caciara. L’ultimo caso si verifica proprio in occasione del match contro i giallorossi, quando visto il designamento di Rizzoli come fischietto della partita, i malumori dal mondo partenopeo non sono certo mancati. A dominare su tutti Nicola Higuain, fratello di Gonzalo e che con qualche cinguettio evitabile ha vestito i panni della first lady acidella pronta a sentenziare su tutto quanto non vada bene al proprio compagno.
Ora le lunghezze dal terzo posto sono un’infinità con una Lazio a più cinque e momentaneamente con una partita in meno. Ai partenopei non rimane altro da fare che concentrarsi sull’Europa League e su una vittoria che regalerebbe l’accesso alla Champions a discapito proprio della terza classificata, ma a questo punto l’Europa League diventa quasi un ultimatum, passi falsi non sono più possibili.