Più passano i giorni e più il ritorno di Cassano a Bari sembra la migliore delle soluzioni: per Antonio. Riavvolgiamo il nastro: Cassano che lascia Parma. Cassano che si poteva risparmiare le critiche a Donadoni, Cassano che dice: mi prenderò il tempo per decidere, posso anche smettere. Fa male sentirlo parlare così. Come un uomo appagato, uno che ha già avuto tutto dalla vita. O quantomeno dal calcio. È vero, ha giocato insieme al suo idolo, Totti. È andato nella squadra più famosa del mondo, il Real Madrid. Ha ritrovato la voglia di giocare in quella che dice essere casa sua, a Genova. E come dargli torto, ha trovato anche l’amore. E quando l’amore calcistico è finito è approdato a Milano, a provare l’ebbrezza di indossare la maglia del Milan e quella della squadra per la quale faceva il tifo da bambino.

Non ci credo nemmeno un po’ all’appagamento di Fantantonio. Perché ovunque è andato, ha sempre lasciato qualcosa di incompiuto, persino dove l’hanno amato. Persino a Bari, che è davvero casa sua. Mai una dichiarazione d’amore vera, come se essere nato a Bari Vecchia fosse qualcosa da nascondere, con quella frase “Genova è casa mia“. Eppure, oggi, è proprio da Bari che Cassano può ripartire. Fino a qualche giorno fa mi sembrava fantacalcio, ma Paparesta pare fare sul serio. Si è messo in testa di convincere Antonio, ed ha coinvolto in questa dolcissima follia anche il Sindaco Decaro che ha chiamato Cassano per fargli capire che il progetto di riportarlo a casa è concreto. “Con quei soldi il Bari può prendere quattro giocatori”, dirà qualcuno. E in effetti l’ho detto anche io.

Ma la bellezza di vedere trattare il pallone come lo tratta Cassano, lo stadio pieno, gli sponsor, l’attenzione mediatica, hanno altrettanta importanza. Antonio Cassano ha l’occasione irripetibile, a 32 anni, di vestire i panni del figlio prodigo e farsi riabbracciare da una città intera, anche da quelli che al momento sono pessimisti sull’effettiva validità del suo eventuale acquisto. Cassano ha, per la prima volta, l’occasione di essere amato ed adorato a prescindere, in maniera cieca, senza condizionamenti, come solo i baresi sanno fare. Aspetterà Fantantonio, perché è uno svincolato e può permettersi di capire quali squadre avranno bisogno di lui dopo la chiusura del mercato. Ma fonti vicine al Pibe de Bari mi dicono che mai come questa volta ci sta pensando seriamente, perché accettare una grande tanto per fare panchina sarebbe una mossa sbagliata.

Come sarebbe sbagliato un ritorno all’Inter. Mancini ha detto che preferisce puntare su un giovane, sei mesi all’Inter a cosa servirebbero? A giocare qualche scampolo di partita, a coprire assenze prestigiose in Europa League, e poi? A giugno arrivederci e grazie. Lo sapete qual è la chiave che può far sì che Cassano scelga Bari? Il futuro. Perché nessuno potrebbe mai offrire ad Antonio un posto da dirigente o da allenatore. Bari sì, se torna. Intanto sono pronti due anni e mezzo di contratto, l’offerta verrà formalizzata oggi, ultimo giorno di mercato. E allora ci pensi Antonio, perché sarebbe un ritorno al passato (quel gol all’Inter), perché gli garantirebbe un presente radioso (idolo a casa propria con la possibilità di ritrovarsi in A tra sei mese) e molto probabilmente anche il futuro. E se qualcuno si chiede: “Ma perché mai dovrebbe scendere in B?” venga a dare un’occhiata al San Nicola nell’ipotetico giorno del ritorno. Si risponderà da solo, coperture a parte. A proposito, Paparesta e Decaro: è ora di metterlo posto, questo stadio.