Questa mattina Catanzaro è avvolta in un clima triste, cupo, con il vento che soffia inesorabilmente. La giornata di ieri, infatti, ha lasciato il segno nel capoluogo di regione, scottato dalla sconfitta della squadra giallorossa contro il Benevento. Play-off ancora una volta amari per le Aquile che, forse, hanno avvertito la tensione per una sfida che ha riempito il “Nicola Ceravolo” in ogni ordine di posto. La squadra sannita, a onor del vero, ha meritato ampiamente la vittoria, anche perché se il tuo avversario tira in porta una sola volta nell’arco di 93’ di gioco, qualcosa vorrà pur dire. I gol di Melara e Padella sono arrivati grazie a una maggiore precisione delle “Streghe”, mai come ieri, in forma. Il Catanzaro, autore di una splendida regular-season, delude, ma non è tutto da buttare, in vista di un prossimo campionato che si preannuncia infuocato.
DELUSIONE RUSSOTTO – L’ex fantasista dell’Under 21, nel corso del match disputato contro il Benevento, è stato il peggiore in campo. Nel primo tempo, così come i suoi compagni, ha creato qualche grattacapo a Baiocco, ma da lui ci si aspetta sempre qualcosa in più. Nei secondi 45’, complice un calo fisico e mentale della propria squadra, Russotto non ha accesso la luce nemmeno sui piazzati, uno dei punti di forza del numero 10 catanzarese che, a fine gara, si è accasciato a terra visibilmente deluso. Sarà stato un problema di testa, ma il Catanzaro ha già ammirato queste prestazioni di Russotto, simili allo scorso finale di stagione.
SUICIDIO TATTICO DI BREVI – Con Fioretti fuori causa per infortunio, con un solo vero attaccante a disposizione (Germinale, poi in rete) il Catanzaro ha fatto il possibile per rimediare alle sue lacune. Ci sono, però, alcune responsabilità del tecnico giallorosso Oscar Brevi è stato letteralmente surclassato dal suo “collega” Brini, bravo a capire i limiti di una squadra costruita per disputare un torneo tranquillo. Bloccando le fasce, il tecnico dei campani ha messo in crisi la compagine catanzarese che, nella ripresa, ha scoccato il suo primo tiro a due minuti dal termine. La colpa di Brevi? Non aver saputo trovare la chiave di volta per una partita che si poteva decidere solo grazie a un episodio. Marchi bloccato da Som, Sabatino e Di Chiara in balia di Di Cuonzo e Melara, Vitiello in marcatura su Evacuo. Tutti questi sono errori da additare a chi prepara la gara tutta la settimana. E poi, che senso ha non provare la conclusione dal limite dell’area, cercando sempre l’ultimo passaggio decisivo?
DA DOVE RIPARTIRE – Dall’ossatura della squadra, da una difesa, nonostante gli errori di ieri, spesso sicura che ha subito pochissimi gol durante l’arco della stagione. Con Bindi, Ferraro, Rigione, Vitiello e altri tre-quattro elementi, si può programmare il futuro con molta più serenità. Il prossimo anno, poi, con compagini forti e blasonate come Reggina, Juve Stabia, Cosenza, Messina, Foggia e tante altre, non sono ammessi cali di tensione da parte di questo Catanzaro.
LA VOGLIA DI COSENTINO – Il numero uno del Catanzaro, anche ieri, ha rimarcato l’amore verso la sua creatura. Dalle delusioni possono nascere i successi, ma è anche vero che le vittorie si costruiscono con qualche investimento importante. Ieri alle “Aquile” è mancato l’attaccante letale in area di rigore, quello capace di segnare quando meno te lo aspetti. Con Fioretti infortunato, con Martignago impiegato in un ruolo non suo, si è palesato il limite di una formazione che poteva qualificarsi per la semifinale play-off. Dunque, se si vuole vincere un campionato, se si vuole puntare alla B, anche tramite spareggi, il presidente giallorosso deve fare quel piccolo sacrificio in più per acquistare alcuni calciatori forti e che conoscono la categoria. In fondo, il diesse Ortoli, con poche e migliaia di euro, ha costruito una squadra di tutto rispetto, alla quale, però, è mancata la classica ciliegina sulla torta che i tifosi meritano.