Una squadra di calcio, lo sanno anche gli eschimesi che di palloni, sfere e quant’altro ne capiscono meno di zero, dovrebbe avere uno stadio all’avanguardia. Terreno di gioco in buone condizioni, spogliatoi ben fatti con alcune comodità, nuove panchine per accomodarsi durante un match e spalti pieni zeppi di tifosi. Ecco, su quest’ultimo passaggio potremmo anche sorvolare, vuoi per il caro biglietti che imperversa inesorabilmente da tanti anni a questa parte, vuoi per la “disaffezione” di alcuni che, oramai, preferiscono passare la domenica pomeriggio in compagnia della propria famiglia, moglie e suocera.
Parlavamo pocanzi di una compagine di calcio, magari che milita con ottimi risultati nel girone B del campionato di Prima divisione. L’U.S. Catanzaro, società con un passato glorioso, risponde a queste credenziali. Le “Aquile” giocano le proprie gare casalinghe allo stadio “Nicola Ceravolo”. Fin qui nulla di strano, anche perché la media spettatori in questo campionato si avvicina alle 5000 presenze (l’affluenza totale che si ha in una dozzina di partite del campionato eschimese), dunque nessun problema. Però, come vuole la tradizione italiana, le favole, soprattutto quelle che riguardano il mondo pallonaro, faticano ad avere un lieto fine.
Lo stadio, infatti, avrebbe bisogno di una ristrutturazione dopo anni e anni di duro “servizio”, nel quale ha visto tante partite di Serie A e campioni del calibro di Platinì, mica uno qualunque. Fino a quattro anni fa, il “Vecchio Militare” era uno stadio con qualche falla, ma sempre ben accogliente con seggiolini che brillavano di giallo e rosso, con spogliatoi, tutto sommato, “vivibili” e una tribuna stampa che, seppur collocata in una posizione discutibile, faceva la sua onesta figura. Dal 2011 in poi, tuttavia, per questioni legate alla sicurezza, al restyling, si decise di chiudere il settore denominato “Distinti”, tra il sollievo di molti allenatori che, ogni domenica, ricevevano “consigli”, “complimenti” se commettevano uno sbaglio riguardo lo schema tattico.
Fatto sta che, da tanto tempo, i calciatori giallorossi non possono contare su una porzione di stadio che può “fruttare” alcuni punti in più ai fini della classifica finale. Quasi due anni fa il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) aveva sbloccato i fondi relativi alla ristrutturazione che ammontavano a 5 milioni di euro già stanziati, in precedenza, dalla Regione Calabria. Nonostante la bella notizia, la conferenza stampa di presentazione del nuovo progetto avvenuta il 19 marzo del 2013, il “Nicola Ceravolo” è ancora un cantiere aperto, con container che fungono da spogliatoi per i calciatori di casa e per gli avversari, con una tribuna stampa ospitata sempre in ingombranti contenitori dove la temperatura percepita in inverno si avvicina ai -20 gradi, con repentino sbalzo termico durante le gare estive, quando la sudorazione degli addetti ai lavori supera quella di un ciclista in lizza per vincere la Vuelta di Spagna.
Dalle ultime notizie, pare, che i lavori possano finalmente partire per l’inizio del 2015, ma senza avere info più dettagliate sul mese preciso. Ma se i lavori non dovessero iniziare nemmeno per il prossimo anno il Catanzaro sarà, probabilmente, costretto ad emigrare altrove per disputare le proprie partite. Lontano dallo stadio che ha incitato per tutto l’anno i colori giallorossi, trasportandoli alla vittoria. Sarebbe un vero peccato, non credete?