Dopo quaranta lunghissimi anni, l’Atletico Madrid torna a giocare una semifinale di Champions League. L’ultima volta (1974) fu contro una squadra britannica, il Celtic di Glasgow. Stavolta dall’altra parte c’è il solidissimo Chelsea di Josè Mourinho, squadra esperta abituata a queste sfide.

“Hoy y siempre Atletico”.
Il Vicente Calderon ribolle di tifo e si tinge di biancorosso per spingere i suoi beniamini verso la finale di Champions League al Da Luz di Lisbona. Simeone disegna un 4-4-1-1, toglie Villa dall’undici iniziale e schiera l’ex juventino Diego a supporto dell’unica punta Diego Costa. Gabi è il metronomo del centrocampo e in assenza (almeno all’inizio) del turco Arda Turan è soprattutto Raul Garcia a dare manforte all’attacco cercando gli inserimenti negli spazi. Mourinho risponde con un 4-3-3 di dubbia propensione offensiva. In difesa, squalificato Ivanovic, opta per Cole terzino sinistro spostando Azpilicueta a destra. Il trio di centrocampo Lampard-David Luiz-Mikel è un muro a protezione della coppia centrale Cahill-Terry. Davanti (fuori Eto’o e Hazard per infortunio) il grande ex Fernando Torres è assistito dai due brasiliani Ramires e Willian, più dediti ad infoltire il centrocampo che a spalleggiare lo spagnolo.

Il primo tempo è a senso unico: i blues lasciano il pallino del gioco ai colchoneros che tuttavia non riescono a rendersi mai pericolosi. Il Chelsea ormai ha una certa confidenza con la Champions League e riesce nell’intento di abbassare i ritmi di gioco degli spagnoli. Mourinho non concede spazi tra le linee di centrocampo e difesa e l’Atletico Madrid è costretto a giocare costantemente sulle fasce. Raramente gli uomini di Simeone trovano la linea di fondo e i cross sono sempre preda degli attenti difensori inglesi. Il Chelsea non riesce quasi mai a ripartire, ma al tecnico portoghese importa imbrigliare gli attacchi dei colchoneros. La nota più significativa della prima frazione di gioco è l’infortunio al 18° di Cech, caduto male sulla spalla (sospetta lussazione) dopo uno scontro di gioco. Al suo posto, Schwarzer.
Nella ripresa l’Atletico Madrid cerca di alzare il ritmo, Simeone butta nella mischia Arda Turan per vivacizzare l’attacco ma le occasioni da rete scarseggiano. Al 70° Mourinho è costretto a sostituire anche Terry. Il capitano dei blues rimedia un pestone da uno spento Diego Costa, ed è costretto a lasciare il terreno: al suo posto Schurrle, con David Luiz che arretra in difesa. Nel proseguo del match restano da segnalare una punizione di Gabi deviata in angolo da Schwarzer e qualche sterile tentativo di Turan.

Si conclude così l’andata della semifinale di Champions League. Partita avara di emozioni, nessuna rete, poco spettacolo e una certezza: Mourinho si conferma ancora una volta un autentico maestro di tattica. In un campo dove il Barcellona è uscito sconfitto e il Real Madrid ha sempre sofferto, il Chelsea si dimostra granitico non concedendo nulla alla squadra di Simeone. In palio c’è la finale di Champions League e lo Special One stavolta ha scelto di giocarsela allo Stanford Bridge il 30 aprile.
Ma, caro Josè, attento al Cholo!