Da “Siamo una squadra fortissimi” a “Tapinho”. Dalla Porta di Brandeburgo al Cristo Redentore. Dalla verve di Marcello Lippi alla calma apparente di Cesare Prandelli. Nel mezzo otto anni, protagonisti diversi e due costanti: i Mondiali e Checco Zalone. Il cantautore barese torna ad accompagnare le sue pungenti sonorità all’avventura iridata degli Azzurri. Il suo personale e irridente inno, presentato ieri durante DeeJay Football Club, la trasmissione di Radio Deejay condotta da Ivan Zazzaroni e Fabio Caressa, prende piede da due episodi avvenuti durante la stagione in corso: il presunto bacio gay tra Ivan Rakitic e Daniel Carriço, compagni di squadra del Siviglia, subito dopo la conquista dell’ultima Europa League, e la banana lanciata da un tifoso del Villareal al calciatore del Barcellona Dani Alves.

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Musica, ma non solo: uno schiaffo a omofobia e razzismo. Tapinho è un ragazzo di Polignau (Polignano in un maccheronico brasiliano) che non può mangiare banane per problemi intestinali. Un mistero buffo racchiuso in quattro minuti di sonorità: al telefono con Zazzaroni e Caressa (che interviene nelle note della canzone con una curiosa cronaca), scherza sul piazzamento dell’Italia ai Mondiali. “Arriveremo terzi ma nel nostro girone”. Ma l’investitura finale è per un altro figlio di San Nicola: “Come andremo? Dipende tutto da Cassano, è lui il vero artista”. Otto anni fa Zalone e la sua squadra “fortissima” portarono bene agli Azzurri. Non succede, ma se succede…