Astuzia, lungimiranza o estrema furbizia. Chiamatela come volete, ma la mossa adottata in estate dal Chelsea con l’Atletico Madrid e Courtois è solo frutto di un’immensa genialità. Magari un tantino malvagia, ma pur sempre geniale. In fondo ognuno tira l’acqua al proprio mulino e proprio non sarebbe andata giù ai blues l’ipotesi di un salvataggio mostruoso del suo Courtois ad un passo dall’alzare la grande coppa con le orecchie. E allora cosa è successo? È molto semplice. Gli inglesi, che hanno deciso di affidare per l’immediato futuro le chiavi della porta al buon Thibaut – hanno ceduto in prestito l’estremo difensore all’Atletico. Fin qui nulla di strano. Ma Courtois, contro il Chelsea, non deve giocare. Perché? Perché entra in gioco la magica clausola, che parla chiarissimo. Il numero uno, dinanzi alla banda di leoni di Mourinho, non può mettere neanche i guantoni, pena tre milioni di euro da sborsare. Che, in un’eventuale semifinale, fanno sei tra andata e ritorno. Numeri che difficilmente i colchoneros metteranno in conto preferendo oltrepassare e rilanciare Aranzubia. Sorteggi permettendo, sia chiaro.

Partendo dalla premessa che la Uefa non impedisce all’Atletico di schierare il portiere belga, è giusto anche dire che lo stesso organo non può ingrandire la lente su clausole firmate dalle società che dunque costringerebbero gli spagnoli ugualmente a pagare. Ora, la puzza di beffa è arrivata sin qui. In fondo, al momento del contratto, gli stessi dirigenti madrileni avranno sorriso, pensando all’impossibilità di una situazione del genere. Parliamoci chiaro: chi avrebbe immaginato questa squadra tra le prime quattro d’Europa? Forse il Chelsea, che premeditando la situazione ha messo dei paletti al prestito di Courtois: “Ve lo diamo, a patto che contro di noi non giochi”. Risposta quasi scontata: “Chi vi incontrerà mai? Figuriamoci, firmiamo questo contratto”
Insomma, un’astuzia gigantesca, mostruosa, che adesso avrà posto le mani del portiere rivolte in cerca di una preghiera verso quel pazzo destino. Il numero uno pensa positivo, sogna un miracolo su Robben o un rigore parato a Cristiano Ronaldo. Tutto, pur di giocarle quelle semifinali che l’Atletico ha saputo conquistare anche grazie ai suoi interventi prodigiosi. Ma tra queste possibilità c’è anche il rischio di ritrovarsi a Stamford Bridge, una corsa contro il futuro beffardo. Courtois si mangia le mani, l’Atletico anche.

Ma le sorprese in Champions sono all’ordine del giorno. E voi la immaginate una splendida parata del sostituto Aranzubia capace di sbattere fuori dalla Champions, l’immortale Chelsea di Mou?