Luogo: Roma, Hotel Parco dei Principi. Protagonisti: Carlo Tavecchio, Antonio Conte e Claudio Lotito. Fin qui nulla di strano, anche perché il nuovo presidente della Figc e il Commissario tecnico dell’Italia erano a cena per discutere degli ultimi dettagli riguardo l’incarico dell’ex allenatore della Juventus. Quello che fa riflettere è la presenza del numero uno di Lazio e Salernitana che, con i due elementi citati poc’anzi non c’entra assolutamente nulla. Cosa ci faceva Lotito nella sala del bellissimo albergo romano? I maligni ipotizzano che l’eliminazione della norma della discriminazione territoriale sia da attribuire alla presenza dell’imprenditore, molto amico di Carlo Tavecchio, costretto a pagare multe e ammirare squalifiche del campo a causa di cori poco “gentili” dei tifosi laziali.
Altri affermano che Lotito vorrebbe la “sua” Salernitana in B, complice anche la norma sui ripescaggi aperta a tutti, anche per la squadra del mio quartiere, in modo di non disputare il difficile campionato di Prima divisione. Tralasciando questi temi, Lotito sembra quello studente che va a pranzare con il professore universitario per farlo ammorbidire su un imminente esame. L’esempio calza a pennello, anche perché solo in Italia la gente può assistere a queste scene che, parliamoci chiaro, non fanno onore all’intero mondo calcistico. Dopo il 2006, l’anno di Calciopoli per intenderci, tanti personaggi si sono riempiti la bocca di promesse, senza dare seguito ai fatti.
Doveva essere l’anno della rinascita e, invece, a distanza di 8 anni la credibilità del sistema calcio italiano è pari allo zero. Tavecchio, Macalli e soci rappresentano il passato, non quella ventata di rinnovamento che tutti auspicavano all’indomani di Italia-Uruguay. Non è cambiato nulla e la presenza di Claudio Lotito, non solo alla cena di ieri sera, ma anche alla presentazione ufficiale di Antonio Conte, come nuovo CT della Nazionale italiana, ne è la prova. O la riprova qualora ce ne fosse bisogno. Ma il calcio, dal 2006 in poi, non era pulito?
