Grabovsky

Una tragedia colpisce il mondo del ciclismo: muore a soli 31 anni l’ucraino Dmytro Grabovsky, ex campione del mondo della categoria under 23.

Nato a Sinferopoli il 30 settembre 1985, Hrabovs’kyj (translitterazione corretta in lingua ucraina) sale alla ribalta in occasione dei Campionati Mondiali tenutisi a Madrid nel 2005. In quell’edizione, che vede imporsi tra gli élite il belga Tom Boonen, Grabovsky vince la medaglia d’oro degli under 23, divenendo una futura promessa del ciclismo internazionale e facendosi subito notare dalle squadre di primo piano.

Ma le cose vanno ben diversamente in occasione del suo passaggio tra i professionisti avvenuto nel 2007 in maglia Quick-Step. La sua vita prende strade che non si addicono ad un vero atleta: incappa nell’alcolismo, rischia di morire in un incidente stradale e non ottiene alcun successo tra gli élite. Nel 2008 viene ingaggiato dalla formazione di Luca Scinto, la ISD Neri, con la quale partecipa anche ad un Giro d’Italia e con la quale riesce ad ottenere l’unica gioia della sua carriera, la classifica degli scalatori alla Tirreno-Adriatico 2010, a conferma delle sue qualità comunque non indifferenti.

Nel 2011 si trasferisce alla ISD-Lampre, formazione Continental del più noto team blu-fucsia. Ma di fatto la carriera termina lì, senza mai prendere parte ad altre corse, senza mai vestire altre maglie in gruppo e senza mai sbocciare come tutti avrebbero desiderato. I problemi dell’alcool non sono mai stati debellati completamente, a quanto pare, e non è escluso – ma non arrivano notizie certe al momento – che la sua morte improvvisa possa essere collegata con i suoi problemi privati.

Del resto lo stesso ex corridore si confessò nel 2010 sulle pagine della Gazzetta, ammettendo di essere caduto in quel vortice perché la sera, dopo gli allenamenti, era solito trovare diversivi per sconfiggere la noia. E tra un party e l’altro, ecco il precipizio. Le fonti ufficiali, ad ogni modo, parlano di arresto cardiaco.