Il Napoli ha il pass per l’Europa: Gonzalo Higuain. Segna, si trascina, dà l’anima e porta i suoi alla vittoria. Si tratta di un fattore assolutamente decisivo, in Italia ma ancor di più fuori dai confini del bel paese. E Higuain è uno di quei pochi, pochissimi forse, calciatori che giocano in Italia capaci di cambiare il volto ad una partita in Europa. Contro chiunque.

Ne hanno fatto le spese l’anno scorso Borussia Dortmund, Marsiglia e Arsenal nel girone Champions. Ma non è servito alla squadra di Benitez per passare il turno, nonostante i 12 punti conquistati in 6 partite. E i 4 gol di Gonzalo, capace di segnare a raffica nonostante il girone proibitivo. Poi c’è stata l’Europa League dell’anno scorso con un solo gol realizzato, in 4 partite. Quest’anno nella stessa competizione la media-gol è da urlo: 6 reti in 9 partite, giocando soltanto oggi tutta la partita. Una rete (o poco meno) ogni 60 minuti, in pratica.

Un fattore letale, decisivo. Il ciclone Higuain semina panico in Europa, e candida la propria squadra, che fino a qui ha preso gol soltanto in trasferta contro lo Young Boys e ha vinto 7 partite su 9 senza subire reti, alla vittoria finale. Il Napoli in Europa League viaggia in scioltezza, fa sembrare tutto facile, e un pizzico di fortuna aiuta la truppa di Benitez. Un allenatore esperto nel vincere questo tipo di competizioni. Con un centravanti a cui vanno regalati trofei e gioie, e magari anche la possibilità di riconquistare il diritto di giocare la Champions. Perché se si associa la parola Europa a Higuain rimane nella mente scolpita l’immagine dell’amarezza dopo l’eliminazione della scorsa stagione. E la disperazione di Bilbao. Che potrebbe trasformarsi nell’occasione di tornare a vincere in Europa (League). Perché quella volta Higuain non bastò, e forse è stato un bene.