Che dire: è stato un Clasico incredibile. 7 goal, tante occasioni, 3 rigori, un’espulsione, un palo. Tripletta di Messi e doppietta di Benzema. Il Real non ammazza la Liga e il Barca si riporta a meno uno dai blancos e dall’Atletico. 70 punti per Atletico e Real Madrid con i colchoneros in testa per gli scontri diretti, 69 il Barcellona, più aperta di così non si può.

Il Barca parte fortissimo e mette subito il Clasico dalla sua parte, palla incredibile di Messi per Iniesta che entra in area di rigore e sigla la rete del vantaggio blaugrana. Il Real si riorganizza e con Di Maria fa malissimo sulla sinistra, due assist per l’argentino che Benzema sfrutta riportando i padroni di casa in vantaggio. I catalani fanno, come al solito, tanto possesso palla, il Madrid aspetta e riparte. Al 42’ minuto Messi decide di fare tutto da solo. Entra in area semina il panico e sigla il pareggio.

Il primo tempo si chiude in parità con Messi e Iniesta da una parte e Benzema e Di Maria dall’altra a farla da padroni. Ma un Clasico non è Clasico senza Cristiano Ronaldo, infatti al 53’ minuto il portoghese dopo essersi liberato di un avversario viene fermato fallosamente da Dani Alves nei pressi dell’area di rigore. Per l’arbitro è in area ma i replay mostrano che il fallo è nettamente fuori. CR7 dal dischetto non sbaglia e sigla il nuovo vantaggio. Al 63’ l’episodio che cambia la partita, nuova palla sensazionale di Messi per Neymar, il brasiliano viene fermato fallosamente da Sergio Ramos, calcio di rigore e rosso per il difensore.

Messi realizza e Real in 10. Ed è all’82’ che il campionato spagnolo si riapre. Don Andres Iniesta si smaterializza in area di rigore tra Carvajal e Jabi Alonso. I due lo fermano solo con un fallo. Terzo rigore della serata e nuovo goal del 10 argentino. Tripletta per Messi, 3-4 per il Barcellona, Clasico chiuso e Real a meno uno.
E’ un altro pianeta. Una partita così, almeno per ora, in Italia, ce la sogniamo. E’ vero, le difese non sono attentissime, le occasioni fioccano e la tattica passa in secondo piano, ma il gioco è velocissimo, la tecnica è eccelsa, una meraviglia per chi va allo stadio, uno spettacolo per chi lo vede in televisione.

C’è da alzarsi in piedi ed applaudire. C’è da applaudire il minuto di silenzio iniziale di vera commozione, con Morricone di sottofondo, per ricordare Adolfo Suarez, il primo ministro spagnolo post Franco. C’è da applaudire il pubblico del Bernabeu, impressionante per il supporto assordante alla propria squadra. Applausi per Marcelo, che, con l’amico Neymar a terra, chiede ai suoi compagni di buttar fuori il pallone. Alziamoci in piedi e applaudiamo Iniesta, perché con il pallone tra i piedi fa davvero quello che vuole, e perché quando segna lui il Barca non perde mai. Applausi anche per Carlo Ancelotti e il Tata Martino per aver messo in scena uno spettacolo del genere.

Restano solo gli applausi più scontati: quelli a Messi, se ancora ce ne fosse bisogno. 3 goal e 1 assist su 4 goal del Barca. Ok, ha segnato due rigori. Ma realizzarli con tutto lo stadio che ti urla contro, è da fenomeni. Lui è freddo, puntuale, preciso. Guarda l’angolo dove decide di tirare, avvisa il portiere, sembra dirgli: “La tiro lì”. E lui tira lì, il portiere si butta, ma non c’è niente da fare. Goal, tanti; diventa il secondo goleador della Liga di sempre, superando Hugo Sanchez, con 235 goal. Applausi.