La Colombia riparte da dove aveva lasciato. Da quel fenomeno con il dieci sulle spalle decisivo come non mai, accompagnato dal talento di Cuadrado. Lui è James Rodriguez e con una rete e un assist d’oro ha deciso la qualificazione e con ogni probabilità il primato di una squadra spettacolare, fantasiosa e con un talento immenso. Era prova del nove. Sia per la Colombia che per Costa D’Avorio, il big-match del girone C. Peckerman e Lamouchi non tradiscono le attese e dispongono le squadre a specchio, con un 4-2-3-1 simile nelle intenzioni, ma assai diversificato nei fatti. I sudamericani, supportati dal quartetto italiano Zuniga, Zapata, Yepes e Armero a protezione di Ospina, trovano in Sanchez e Aguilar le dighe difensive funzionali al lavoro offensivo dei due esterni Cuadrado e Ibarbo, che assieme a James Rodriguez supportano il lavoro di Gutierrez.
Gli africani rinunciano inizialmente a Didier Drogba, con Yaya Toure in posizione avanzata alle spalle di Wilfried Bony che dopo la rete col Giappone viene riconfermato nel ruolo di centravanti. Ai lati Gradel e Gervinho.
45′ DIESEL – Il copione è chiaro sin da subito ed è Theofilo Gutierrez a creare la prima palla gol del match. Gli uomini di Lamouchi incassano senza subire e ripartono, dinanzi alle infinite manovre offensive dei colombiani, belli da vedere ma imprecisi nel passaggio finale.
Cuadrado & Co. punzecchiano costantemente la macchinosa difesa avversaria, esponendosi poi al contropiede ivoriano, materializzato al 25’ nella prima vera reazione firmata Tiotè: il mediano avanza palla al piede, guadagna campo e scarica di poco alto sopra la traversa.
Ma la prima vera e nitida palla gol giunge al 28’: break a centrocampo a velocità triplicata dei colombiani che bruciano sul tempo i propri avversari e lanciano in profondità James Rodriguez. Il talento del Monaco pennella perfettamente per Theofilo che parte in posizione regolare e cicca il pallone tutto solo davanti al portiere, strozzando l’urlo in gola ai numerosi tifosi accorsi a Brasilia. La partita si accende e i ribaltamenti di fronte si susseguono: tocca a Gradel quattro minuti più tardi accentrarsi dalla destra e scaricare un bolide che Ospina blocca a terra. Gli africani prendono coraggio, alzano il baricentro e iniziano ad impensierire con più costanza la retroguardia avversaria, strozzando le avanzate offensive grazie al solito Tiotè, impeccabile in fase di rottura. La Colombia si modella con il passare del tempo, grazie alla duttilità di James costantemente in ripiego come terzo di centrocampo. È lui l’ultimo assist-man per un disastroso Theo, sempre anticipato da Zokora, costretto a scivolare sui lati e lavorare anche per Boka, imbarazzante dinanzi alle giocate da funambolo di Cuadrado, vera stella dei colombiani.
JAMES-CUADRADO, LE STELLE DI BRASILIA – Inizia la ripresa e il match si accende: Cuadrado sfonda sulla destra e tende un traversone morbido al centro deviato da James verso la porta. È ancora provvidenziale Zokora che allontana di testa, evitando guai peggiori dopo l’ennesima progressione dell’esterno viola. Che replica al 58’, con una giocata paranormale e degna del suo talento. Quintero, appena entrato, solleva un campanile per il numero undici che aggancia, dribbla Boka con doppi passi ubriacanti e calcia, stampando la sfera sul palo. Ma è solo il preludio al vantaggio colombiano, arrivato solo cinque minuti più tardi. Protagonista, neanche a dirlo, il solito Cuadrado che calcia dalla bandierina per James Rodriguez che impatta con la testa e con tutta la cattiveria agonistica del mondo la spedisce sotto l’incrocio dei pali: 1-0.
Drogba e Kalou sono le carte disperate per il finale ivoriano, ma è Aurier a firmare la prima occasione con un tiro-cross smanacciato da Ospina, pietrificato dalla successiva conclusione di Yaya Toure. L’ex Barcellona, però, spara a lato da posizione ravvicinata. E cosa dice la legge del calcio? Che un gol sbagliato è equivalente ad un gol subito. Detto, fatto. Al 70’ la Costa d’Avorio è iper-sbilanciata, James Rodriguez sradica un pallone alla difesa africana che cede a Theofilo. Il centravanti, in campo aperto, spedisce Quintero a tu per tu con Barry per un appuntamento sinonimo di 2-0.
Finita qui? Macchè. C’è Gervinho, che parte dalla sinistra, dribbla anche l’erba e se potesse – ad uno ad uno – tutti gli spettatori del Manè Garrincha e scarica in rete il gol che rimette tutto in discussione.
Gli assalti sono estenuanti, la condizione fisica dei colombiani cala ma è proprio Quintero, al 90′, a sfiorare la doppietta con un cucchiaino da centrocampo pazzesco che stava per beffare Barry da posizione impossibile. Webb concede 4′ di recupero (pochi per le tante perdite di tempo) e Yepes per poco non si suicida, lisciando un pallone clamoroso che manda in porta gli ivoriani. L’uscita di Ospina è provvidenziale ed evita un pareggio che sarebbe a dir poco incredibile. È questa l’ultima emozione di un match carico di intensità agonistica e con due squadre pronte a darsi pesantemente battaglia. Tutto alla pari. La differenza l’ha fatta il talento. Quello di James, la stella nel cielo di Brasilia. La Colombia si qualifica e riparte dove aveva lasciato. Da un fenomeno meraviglioso che illumina un collettivo pazzesco: la Colombia c’è e lo urla forte.