Coppa Italia e la sua triste finale, dettata da tutto quello che con lo sport non dovrebbe avere nulla a che fare. Scontri tra ultrà prima del match tra Fiorentina e Napoli. Dieci feriti, di cui uno in gravi condizioni. Violenza e limiti più che superati, in una finale che non sarebbe giusto definire come un grande e importante evento sportivo, perchè una manifestazione sportiva ha altri valori da trasmettere ai tifosi, ai giovani e a tutti coloro che vedono nello sport un’àncora di salvezza, una distrazione dai problemi quotidiani e un modo per sentirsi uniti, andando oltre le preferenze per uno o per l’altro team.
“Per ogni individuo, lo sport è una possibile fonte di miglioramento interiore“, affermava Pierre de Coubertin ma, ahimé, non tutti gli individui lo utilizzano in tal senso, bensì alcuni lo usano per esprimere il peggio di sé. “Lo sport è una grande lezione, una continua e meravigliosa palestra di valori. Chi non lo pensa non è un vero atleta“. Alessandro Del Piero docet. Tuttavia, il pensiero del campione potrebbe estendersi pure allo spettatore, perché nella palestra dello sport dovrebbe allenarsi e trarre benefici non solo l’atleta, ma anche il tifoso per essere definito al 100% vero ed autentico, e non semplicemente uno pseudo-tifoso o appassionato.
Quando tutti gli aspetti sani del calcio vanno a scemare regalando lo “spettacolo” che mai vorremmo vedere, come accaduto ieri sera a Roma, la stampa estera non perde occasione per esprimere il giusto dissenso e, al tempo stesso, evidenziare ciò che proprio non va nel nostro Paese e che, inevitabilmente, si riflette negli eventi culturali e sportivi.
Dalla Spagna Mundo Deportivo pone l’accento sull’ultrà incaricato di decidere se far giocare o meno la finale di Coppa Italia, noto come Genny ‘a carogna. Sul profilo Facebook del quotidiano spagnolo, l’aver riportato l’immagine e la relativa notizia, ha scatenato commenti di utenti iberici e svariati italiani.
Questi ultimi da un lato esprimono rammarico per essere sui giornali esteri per eventi di tale calibro, sottolineando che le colpe vanno ricercate nelle istituzioni che non svolgono al meglio il loro dovere, dall’altro invece danno vita a un botta e risposta con gli utenti spagnoli, a voler dire che certe cose non accadono solo in Italia ma tutto il mondo è paese.
Mentre Marca vorrebbe quasi scusarsi per l’articolo dedicato alla Coppa Italia, perché di calcio ha davvero poco. Il trofeo vinto dal Napoli diviene “la Coppa de la vergüenza”, ovvero la Coppa della vergogna, in cui la festa del calcio si è trasformata nella “sepoltura dell’armonia e del rispetto“.
Per il tedesco Kicker, la gara tra Fiorentina e Napoli doveva essere “il punto culminante, puramente sportivo, tra due club italiani emergenti” e invece si è rivelato, come ben sappiamo, un insulto al calcio nostrano e allo stesso ambito trofeo.
Tornando alla comunicazione social italiana, i twett con l’hashtag “CoppaItalia” sono innumerevoli, ovviamente tutti reclamanti il no alla violenza e una sorta di ripudio per il tifoso napoletano coinvolto “Genny ‘a carogna non è tifoso né Napoletano“. Non mancano poi i riferimenti ai fischi durante l’inno nazionale “Se i tifosi vogliono lo modifichiamo…” il commento sarcastico di un utente.
Meno sarcasmo in altri rimandi su Twitter, in cui spunta il nome del Premier Renzi, chiamato in causa per togliere il segreto di stato anche sulla trattativa Stadio-Mafia e invitare le istituzioni a una maggiore concretezza nel loro operato.
Ancora più dirette e ampiamente motivate le dichiarazioni di Arrigo Sacchi “Quando per vincere si fanno accordi con le frange dei delinquenti e quando non c’è un ordine può succedere di tutto, come chiedere il permesso ai camorristi per giocare una partita. Il calcio é colluso con la criminalitá e quello che é successo ieri sera a Roma é la resa delle istituzioni“.