corrida

La Corrida torna a far parlare di sé. No, non ci riferiamo all’indimenticata trasmissione andata in onda per anni e anni in radio e in tv, ma all’insensato spettacolo basato sulla lotta tra uomini e tori.

È toccato ad un altro – l’ennesimo – lasciarci le penne, e non si tratta neppure di un uomo sprovveduto, bensì un Matador di esperienza che ha finito per essere infilzato dal toro. Iván Fandiño, 36 anni originario dei Paesi Baschi, è stato ucciso da Provechito, un toro giovane e forte, all’interno dell’arena di Aire-Sur-l’ Adour, nella Francia meridionale.

La cornata dell’animale è entrata per quindici centimetri nel costato dell’uomo, trafiggendogli il polmone destro e un rene. “Fate presto perché sto morendo”, avrebbe gridato, ma di fatto la fine della sua vita è giunta durante il trasporto in ospedale. Poco conta che Fandiño facesse tale mestiere dal 2005 e che avesse girato numerose piazze tra Francia e Spagna per esercitare tale professione, raggiungendo l’apice della sua carriera nel 2015, quando riuscì ad affrontare – vincendo – ben sei tori a Las Ventas a Madrid.

Ed è il secondo morto nel giro di un anno. Ernest Hemingway, che più di una volta era stato il cantore della Corrida, affermava che la stessa “non è uno sport, non è una gara tra un toro e un uomo. È piuttosto una tragedia: la morte del toro”. Peccato che a volte accada il contrario e a spuntarla sia l’animale che vaga incontrollato all’interno dell’arena.

Come in questo caso, appunto. È arrivato anche un tweet della famiglia reale, che ha definito il personaggio “grande figura della tauromachia”, ma non sono arrivate le risposte a chi definisce tale spettacolo senza senso. Il governo catalano aveva provato a vietarlo nel 2010, ma era giunta una sentenza che dichiarava tale decisione incostituzionale. E a chi afferma che tale gioco fa parte della tradizione, c’è chi replica dichiarando che anche le lapidazioni e i roghi erano tali, ma non stati aboliti.