Purtroppo siamo spesso portati a parlare degli episodi di violenza nei nostri stadi, di risse, cori ingiuriosi ed episodi ancor più drammatici. Per una volta però dobbiamo spezzare una lancia in favore del nostro calcio e guardare oltre i nostri confini. Nel clasico del campionato belga, Standard Liegi-Anderlecht, è andato di scena uno spettacolo a dir poco deplorevole. Un vero e proprio clima di terrore ha accompagnato il ritorno, per la prima volta da avversario, di Steven Defour allo Stade Maurice Dufrasne. Un ingresso in campo davvero da brividi, il centrocampista belga infatti si è ritrovato davanti agli occhi, disteso lungo tutto il settore posto dietro ad una delle due porte, un ampio striscione nel quale la sua testa mozzata era mostrata a mo’ di trofeo dal protagonista della saga horror Venerdì 13 Jason Voorhees ed una scritta affianco recitava: “Red or Dead” (Rosso o Morto). Un vero e proprio inno alla violenza ed un’immagine macabra, quella della decapitazione con la scimitarra, che di questi tempi può diventare pericolosa ed enigmatica, in quanto associata ai guerriglieri dell’Isis.
Steven Defour, 26enne, è cresciuto nelle giovanili del Genk prima di trasferirsi nel 2006 proprio nello Standard Liegi. 5 stagioni straordinarie, coronate da due Scudetti, due Supercoppe ed una Coppa nazionale alzati da capitano, con ben 193 presenze e 16 reti che lo hanno reso un vero e proprio idolo dei tifosi Reds. Nell’estate del 2011 poi il passaggio al Porto per 6 milioni di euro, 3 stagioni importanti ma non da protagonista. Ad agosto allora ecco il discusso ritorno in patria, sulla sponda però dei rivali storici dell’Anderlecht. Questa scelta però già quest’estate non è passata inosservata, difatti sulla pagina Facebook ufficiale dei tifosi dello Standard lo scorso 13 agosto venne postato un comunicato a dir poco terrificante, poi cancellato. Tradimento, odio e ingiustizia, tre parole che riassumevano a pieno lo stato d’animo dei tifosi dei Reds che accusavano inoltre il traditore di essere un uomo privo di valori e soggetto alla sola legge del denaro. Criticavano poi l’Anderlecht, abile nell’attrarre con i soldi molti ex beniamini dello Standard, come i precedenti Mbokani, Cyriac e Jovanovic. Nel finale ancora promettevano al giocatore incriminato un’accoglienza da incubo il giorno del suo ritorno a Liegi da ex e lo invitavano seriamente ad assumere una guardia del corpo per la sua integrità fisica.
Dunque Defour sicuramente non si aspettava un bentornato con tanto di tappeto rosso ai piedi ma di certo non avrebbe mai immaginato questa accoglienza letteralmente da perdere la testa. Il belga coperto di insulti, fischi e lanci di oggetti è apparso da subito nervoso e dopo un giallo nel primo tempo, nella seconda frazione di gara è stato espulso per aver scaraventato con violenza un pallone in tribuna. Dopo un fitto dialogo con il direttore di gara, il ragazzo ha lasciato il campo applaudendo ironicamente i suoi ex tifosi, ancor più inferociti dopo il gesto compiuto (clicca qui per il video).
Nel finale di gara tra l’altro un grosso petardo è esploso a pochi metri dal portiere ospite Silvio Proto. Le autorità promettono sanzioni pesanti, Defour per ora non commenta a parte un tweet nel quale ha chiesto scusa ai sostenitori dell’Anderlecht per il rosso ricevuto. Lo Standard Liegi nel frattempo sul proprio sito ufficiale con questo comunicato si dichiara totalmente estraneo all’accaduto.