Pensi ad Alessandro Del Piero e pensi all’ovazione del Santiago Bernabeu e dell’Old Trafford, alla rovesciata di San Siro contro il Milan, ma pensi anche ai veleni-scagliati addosso e respinti con signorilità-del doping, all’”onta” della B superata alla pari delle critiche-giuste-dopo l’Europeo 2000. Lo conoscono tutti, dal papà che alla nonna che lo ricorda per le pubblicità in tv. Pulito, leale, sempre sorridente. Ma se pensi al primo Del Piero, quello modello “yuppie”, con i capelli lunghi e il volto da ragazzino, allora ti viene in mente quel 4 dicembre di 20 anni fa: prima Juve di Marcello Lippi, quella che vinse lo scudetto dopo tanti anni di digiuno e di bocconi amari. Al “Delle Alpi” la Fiorentina fa calare il gelo. Reti di Baiano e Carbone e 0-2 nel primo tempo. Nella ripresa vien fuori la Juve rabbiosa: Vialli ne fa due, poi al minuto 87 il tempo si ferma. Lancio dalla difesa, il “bocia” Del Piero lo raccoglie e estrae un pallonetto al volo che beffa Toldo. Alex è sommerso dai compagni e questa volta nessuno ha voglia di tornare a centrocampo per gli ultimi minuti. Nelle immagini del calcio che fu ci sono anche i raccattapalle in cima al mucchio di gioia juventina.

“Non so se è il più bello, forse non è il più importante, ma ho imparato che conta davvero ciò che resta nel cuore della gente. E quel gol, insieme con quello di Dortmund contro la Germania, rimarrà il più amato” ha spiegato Alex di quel gol all’alba dei suoi 40 anni, lo scorso 9 novembre. Dopo aver concluso il matrimonio con la Vecchia Signora, ha scelto di vivere tra i canguri prima e gli elefanti poi, senza sbattere porte a Torino e aprendo a diversi stili di vita nell’altro emisfero. I suoi numeri? Da campione assoluto e modello sul campo, inutile snocciolarli. Ora trova sempre meno spazio nel Delhi Dynamos. L’attaccante fino ad ora ha preso parte a 8 partite su 12, non ha ancora segnato e addirittura da tre si alterna tra panchina e tribuna. L’India è popolo di lavoratori e classe operaia, che preferisce anche in campo 90 minuti di corsa a tre lampi di classe: magari fate rivedere questo gol a Van Veldhoven e Luijpers, allenatore e vice allenatore della squadra di Pinturicchio. Cambieranno idea? Intanto domani si gioca Fiorentina-Juventus. E la poesia del calcio lascia pensare che non sia un mero caso.

(Twitter: @GuerraLuca88)