Spesso si afferma che nel tennis andrebbe incentivata la lotta al doping, e quindi pare opportuno commentare il numero dei test antidoping fatti da ogni tennista professionista nel 2014. Osservando quelli dei big, si può notare che Novak Djokovic, Roger Federer, Andy Murray e Stan Wawrinka hanno effettuato all’incirca quattordici test ciascuno, sette o più durante i tornei e sette fuori dalle competizioni (numero massimo che viene espresso nella lista, ndr). Rafael Nadal ha invece compiuto tra i quattro e i sei test nei tornei, e più di sette fuori dalle competizioni, per un numero totale che si aggira intorno ai dodici. Questa sottile differenza tra Nadal e gli altri 4 può essere spiegata con i pochi tornei disputati dallo spagnolo nella seconda parte di stagione, al contrario dei suoi rivali. A questo punto, si impone una riflessione: è corretto che chi non disputa tornei per un certo periodo di tempo venga esentato dai controlli? Così facendo, chiunque voglia un periodo senza test saprebbe bene come ottenerlo.
C’è infatti il partito degli esperti medici, che è sempre inflessibile nel sentenziare che i tennisti possono assumere sostanze proibite fuori dai tornei, perché sanno di venir sottoposti a test antidoping sopratutto durante i grandi eventi del circuito.
Per quanto riguarda le donne, Petra Kvitova è stata testata 14 volte, mentre Serena Williams e Maria Sharapova sono state sottoposte ai test antidoping tra le quattro e le sei volte durante i tornei, e almeno sette fuori dalle competizioni. Tra le italiane, quattordici o più test compiuti da Sara Errani, mentre a sorpresa e in modo apparentemente inspiegabile, Camila Giorgi viene testata solo durante i tornei.
La pubblicazione di questi dati è sicuramente cosa buona e giusta per il tennis, ma sarebbe meglio disporre di un insieme totale dei dati relativi ai tennisti, delle associazioni nazionali che compiono i controlli e dei numeri sugli esiti dei test incrociati sangue-urine. E sarebbe anche più utile sviluppare un sistema omogeneo per tutti i giocatori, cosicché tutti vengano controllati allo stesso modo.
Infine, va ricordato che il tennis, è l’unico sport nel quale nessuna organizzazione esterna, neanche la WADA, ha la possibilità di effettuare controlli antidoping durante le competizioni internazionali. Ciò è dovuto al fatto che la FIT ha stipulato un contratto con una società privata, la IDTM, che svolge il lavoro che solitamente spetta all’Agenzia Mondiale Antidoping. Così però si rischia di mancare di trasparenza…