Ad agosto noi di Blog di Sport lo avevamo segnalato tra le possibili rivelazioni del nuovo campionato ma in fondo ne eravamo certi, Paulo Dybala avrebbe vissuto l’anno del riscatto, quello della definitiva e tanto attesa consacrazione.
Non puoi certo essere uno qualunque se a 16 anni nella Seconda Divisione Argentina realizzi 17 gol in 38 partite frantumando record su record appartenuti a giocatori del calibro di Mario Kempes e del Pibe de Oro Maradona. Paulo invece è conosciuto come il Pibe de la pension (il bimbo della pensione). A 15 anni infatti, a causa di un tumore perde il padre, che a 11 anni aveva già notato le enormi potenzialità del figlio, ed è costretto quindi ad andare a vivere nel convitto messo a disposizione dal suo club, l’Instituto de Cordoba. Un’adolescenza difficile vissuta tra il rincorrere un sogno e la mancanza di affetti. La madre, dopo la morte del marito, spesso non ha potuto essergli vicina come avrebbe voluto ma Paulo continuamente la ringrazia e le dedica i propri gol, anche ieri lo ha fatto, in Argentina era anche la festa della mamma.
U picciriddu
Nell’estate 2012 Dybala approda al Palermo tra mille polemiche. 12 milioni di euro all’Instituto per un 17enne sono tanti, forse troppi, in una trattativa articolata e poco trasparente. Zamparini per assicurarsi la Joya e per battere la concorrenza di top club europei come PSG e Chelsea aveva promesso al procuratore Gustavo Mascardi, noto per avere avuto ed avere tra gli assistiti calciatori come Veron, Crespo, Ayala e oggi Iturbe e altri, ma ancor più tristemente noto per lo scandalo dei passaporti falsi, un notevole conguaglio economico compreso però nella cifra destinata al club di appartenenza del giocatore. Ne è scaturita una vertenza giudiziaria che ha costretto il club rosanero a pagare una multa di 8 milioni al padrino argentino, e così dopo il caso Simonian-Pastore il patron rosanero ha incassato un’altra beffa, che ai tifosi questa volta non è andata proprio giù.
L’impatto con il calcio italiano è difficile e la prima stagione si conclude con la retrocessione dei siculi e il bottino di soli 3 gol in 27 presenze per u picciriddu, ritenuto colpevole di non aver ripagato la fiducia del Palermo nonostante la doppietta alla seconda da titolare contro la Sampdoria e tanti sprazzi di alta classe per un ragazzo ancora minorenne. In Serie B però gli viene data una seconda possibilità, ma il campionato cadetto è rude e non è facile mettersi in mostra. Iachini lo inventa trequartista per la sua abilità di servire i propri compagni e le sue carenze fisiche e il ragazzo ripaga la fiducia del tecnico: 5 gol e svariati assist ma prestazioni ancora troppo altalenanti.
Iddu veru è?
2 settembre 2014, prima giornata della Serie A, al Barbera sul finire del primo tempo emerge un interrogativo: “ma iddu veru è?”. Si è proprio vero, è proprio lui, finalmente il vero Dybala. Si prende gli elogi del tecnico Mihajlovic e continua a lavorare a testa bassa per dimostrare a tutti settimana dopo settimana che non sono i colori blucerchiati a portargli fortuna. La Joya infatti dispensa prestazioni di altissimo livello e il Barbera finalmente lo apprezza e lo elegge nuovo idolo indiscusso. Il ragazzo in effetti sembra rinato, ma ciò che sorprende non è la qualità, indiscussa dal primo giorno in cui è arrivato, ma la continuità e la sicurezza mostrate sul campo. Finalmente a suo agio, in un modulo che lo esalta e ne rispecchia le caratteristiche. Sente finalmente l’appoggio di un ambiente che in estate ha lasciato partire Hernandez e Lafferty, e che quindi ha deciso fortemente di puntare su di lui e su un attacco dinamico, prolifico, giovane (Belotti) e ad alto tasso di tango argentino (Vazquez). I risultati stentavano ad arrivare ma per una volta Zamparini ha avuto pazienza e ha avuto ragione, il suo Palermo ieri ha ottenuto al photofinish la prima vittoria stagionale con l’argentino assoluto protagonista del match.
“Un giocatore con i suoi colpi deve per forza fare bene”
Tecnica sopraffina, qualità da Nobel, gracilino è vero ma con quei piedi gli è concesso di tutto. Mancino, rapido, palla al piede se vuole è incontenibile. Gattuso lo scorso se ne innamorò subito, era un fuoriclasse, un giocatore capace di leggere in anticipo il gioco e con dei colpi fenomenali. Cosa mancava allora? Grinta e continuità, il calcio per lui era solo un divertimento, non ancora una professione e quando hai il peso di 12 milioni sulle spalle non è facile esprimersi, specie per un ragazzo semplice e introverso come lui. Inoltre Dybala è un attaccante completo che non disdegna la fase difensiva, il venire incontro a prendersi il pallone e il gioco di spalle e proteggere il pallone in modo da far salire la propria squadra. Preferisce però partire da destra ed accentrarsi ma in fondo è un giocatore generoso, cerca sempre di fare del suo meglio anche se tutti gli chiedono il massimo, lui ne soffre ma è un ’93, la discontinuità va messa in conto.
In una Serie A 2014/2015 in cui sono i grandi bomber finora a soffrire e a rimanere a secco (Higuain, Palacio, Gomez, Klose, Denis, Bergessio) troviamo gradite sorprese e giovani di prospettiva. Dybala è un fenomeno, va solo lasciato libero di esprimersi il più serenamente possibile. Fa già gola alle grandi: per Roma e Juventus sarebbe un ulteriore tassello da 90, a Napoli e Inter farebbe più che comodo e al Milan potrebbe ricoprire anche il famigerato ruolo di falso nueve. Ma c’è tempo, la Joya ora si è ripresa Palermo e non la mollerà.