La peggiore Juventus della stagione perde contro la Fiorentina nella semifinale d’andata di Coppa Italia. L’1-2 dello Stadium accende la spia rossa nel pannello di controllo di Massimiliano Allegri, e dimostra che in alcune giornate particolari la macchina non funziona. E la squadra bianconera va in crisi: non funzionano gli automatismi difensivi, il centrocampo non fa filtro e l’attacco è sterile, nonostante un pressing quasi rabbioso.
Funziona solo Simone Pepe, che nei 90 minuti mette dentro tre cross interessanti e da uno di questi nasce il gol di Llorente. L’azione del gol è lo specchio di quanto provato in allenamento ma è anche quello che la Juventus non riesce a fare mai. Coman esce troppo presto e anche l’impianto costruito da Allegri muore dopo quei primi 30 minuti. E difensivamente la barca affonda sotto i colpi di un Salah troppo veloce e troppo ispirato. Bonucci è tornato per una sera quello che mette a rischio le coronarie dei tifosi, anche quando per una volta qualcosa gli riesce, come quel colpo di tacco nel finale. Marchisio perde un pallone da cui la Fiorentina andrà a realizzare il raddoppio, ed è l’immagine nera della serata del numero 8, responsabilizzato oltre ogni misura dalla fascia di capitano.
Per la terza volta in stagione la squadra di Allegri subisce due gol allo Stadium: ma le precedenti due occasioni erano finite con due vittorie, altrettanto importanti. Era stata la svolta: prima in campionato contro la Roma, poi in Champions contro l’Olympiakos. Rimonta e vittoria, che vale tantissimo. Stasera il film, già visto, si compie a metà: l’1-2 rimane definitivo e non c’è per il tecnico toscano il lieto fine. Ora la missione di Allegri sarà quella di non far vivere al proprio spogliatoio psicodrammi di cui non ha bisogno a distanza ravvicinata dalla partita di Dortmund. E trasformare una sconfitta pesante per quanto visto in campo più che per la stagione, in un qualcosa di positivo.