Il Torino torna a vincere il derby della Mole dopo vent’anni di astinenza, trascinato dall’entusiasmo di un tifo sano che in questa stagione non l’ha mai abbandonato, nonostante tutto. Perché da tifosi è facile esaltarsi quando la propria squadra ottiene una vittoria dietro l’altra, ma è molto più difficile sostenerla sempre e comunque, anche quando in crisi. Non bisogna infatti dimenticare, perché farlo equivarrebbe a non rendere omaggio alla squadra, che se oggi possiamo assistere ad un Toro magistrale, quasi da orgasmo, ad inizio campionato la storia era del tutto diversa, con una rosa che ceduti Immobile e Cerci, due uomini chiave della stagione precedente, si era vista costretta a ridisegnare la squadra. E da qui ne consegue che ad inizio Campionato il Toro navigasse nelle acque basse della classifica, che fino alla quattordicesima giornata lo vedeva fermo al 17^ posto e ad un passo dalla zona retrocessione. Ma quello è il passato, oggi il Toro è tutt’altro, una compagine compatta dentro e fuori dal campo, passata dalla caccia alla salvezza, alla lotta per un posto in Europa League.

Una lotta che rispecchia l’anima granata, eccome. Il merito del Torino è stato quello di non arrendersi mai, riuscendo nonostante tutto a scrivere due pagine di storia nell’arco di una sola stagione. La prima, addirittura in formato europeo, ha preso vita con la vittoria contro l’Athletic Bilbao in Europa League che gli ha permesso di diventare la prima squadra italiana riuscita ad espugnare il San Mames e che le ha garantito gli elogi di tutta la stampa iberica, diventando orgoglio nazionale oltre che orgoglio granata. La seconda, forse più importante per chi ha sangue granata, è nata oggi, nonostante pochi imbecilli si fossero divertiti a lanciare oggetti e bombe carta contro il pullman bianconero. Ma il Toro è vita, è passione, è sentimento e non è radicalismo ultras e lo ha dimostrato ancora oggi.

Crollare dopo il gol mozzafiato di Andrea Pirlo sarebbe stato semplice e a dire il vero un po’ frastornati i granata lo sono apparsi nell’immediatezza successiva alla rete degli ospiti. Ma un tè caldo negli spogliatoi ed una ramanzina di un tecnico focoso come Giampiero Ventura sono serviti a rianimare la squadra, permettendole di ribaltare il risultato grazie ad una seconda frazione di gara bellissima, forse la più bella di tutto il campionato granata, ma soprattutto di tutta la Serie A. Attaccare, rischiare ma non demordere, perché al resto ci pensa il fato, o destino se volete, deciso nell’aiutare una squadra magica e meritevole come quella granata a riscrivere la storia.

E la nuova pagina ha come titolo una vittoria che nel derby della Mole mancava dall’aprile 1995, quando l’attacco era guidato da Ruggiero Rizzitelli ed il Torino era più o meno nella stessa posizione di classifica di oggi. Ma dal ‘95 ad oggi il Torino è sempre stato in grado di far innamorare, forse perché ha sempre mostrato le sembianze di un Torino sempre più grande, un Torino bellissimo.