Sei lunghissimi anni, sei anni di sofferenze, delusioni e vittorie mancate per un pelo. L’Empoli, da ieri sera, è di nuovo in Serie A. Grande la festa del popolo azzurro, di una città intera che ha atteso tanto tempo per riassaporare le grandi sfide contro Juventus, Milan e Inter, squadre che fino a poco tempo fa facevano fatica al “Castellani”. E’ la promozione del club presieduto da Fabrizio Corsi, persona preparatissima, idolo nella cittadina toscana per la sua politica di gestire un club. Ha scelto, tra lo scetticismo generale, Maurizio Sarri come tecnico per la sua creatura che, all’inizio dello scorsa stagione, dopo un filotto di sconfitte, è riuscito a centrare la finale play-off, poi persa contro il Livorno.
Quest’anno, a fari spenti, ma con la consueta di sorprendere, l’Empoli ha mostrato un ottimo calcio, affidandosi a due attaccanti di valore come Tavano e Maccarone che conoscono il significato della parola “gol” come pochi. Il campionato di B è un torneo lungo, estenuante, con un paio di vittorie sei lì in vetta, mentre con un pareggio e un ko sprofondi nel baratro, come accaduto all’Empoli nel 2012, quando fu protagonista di un play-out da brividi contro il Vicenza. I toscani, infatti, vinsero con il brivido quello spareggio per non retrocedere in Lega Pro. Da lì, il club ripartì con entusiasmo, puntando sul settore giovanile, sempre fucina di talenti per l’intero calcio italiano.
Nella A di ieri sera, il marchio di fabbrica è proprio questo: ben 15 calciatori su 25 della rosa sono prodotti nella “cantera” empolese, a dimostrazione dell’ottimo lavoro dei talent scout e dell’intero staff dirigenziale dell’Empoli, abile a puntare su calciatori non affermati, ma dalla stoffa del campione, come Rugani, Laurini, Valdifiori, Signorelli e altri. Un’altra dote di Corsi e del diesse Carli è quello di non aver esonerato mister Sarri dopo l’inizio deludente dello scorso anno. Una società qualsiasi, forse, avrebbe cambiato guida tecnica, senza dare il tempo necessario a un allenatore che si affacciava per la prima volta da quelle parti. Programmazione, senza ricorrere alla fretta. E’ questo il segreto dell’Empoli, società che merita la A dopo qualche anno di purgatorio.