Fabio Caressa, giornalista di Sky Sport

Di Fabio Caressa ho un ricordo bellissimo datato luglio 2006. L’Italia vince il Mondiale tedesco contro la Francia e lui, insieme a Beppe Bergomi, grida per quattro volte “Campioni del Mondo”. Una frase storica, epica, chiamatela come volete che, ancora oggi, fa emozionare le nostre anime sportive e patriottiche. Da quel momento in poi, però, il bravissimo giornalista di Sky Sport, tv satellitare che apprezzo moltissimo, ha avuto un’involuzione dal punto di vista tattico (ho usato un gergo calcistico). Molto protagonismo, frasi a effetto ma, in sostanza, la genuinità di Caressa si è persa come il lavoro in Italia. Non intendo sapere i motivi di questo cambiamento, ma il telecronista romano a volte esagera. Ad esempio, ieri sera, dopo la fine del match tra Manchester City e Roma di Champions League, negli studi della nota televisione sportiva, Fabio Caressa si è lasciato andare a una disamina totalmente errata nei modi che riguardava Francesco Totti.

Un campione, assolutamente, molto bravo, ma la frase del giornalista: “Totti è il calciatore italiano di tutti i tempi” ha fatto sorridere me e parecchi sportivi, obiettivi nei loro giudizi. Senza nessun rancore, ci mancherebbe, posso tranquillamente affermare che Caressa dimentica miti viventi del mondo pallonaro italiano che rispondono al nome di Piola, Baggio, Scirea, Tardelli, Buffon, Maldini, Baresi e tanti altri. Quelli elencati hanno vinto tutto o quasi con le rispettive squadre e, nel caso di Maldini, c’è da ricordare una statistica molto importante: ha sempre giocato con la maglia del Milan.

Scrivo questo perchè nel suo discorso, il sempre puntuale Caressa, incensa l’appartenenza ai colori giallorossi da parte di Totti che, con la Roma, ha ottenuto pochissimi successi. La mia non è una critica verso il calciatore, assolutamente, ma uno dei volti noti della televisione italiana dovrebbe avere un tantino di rispetto verso chi paga profumatamente l’abbonamento a Sky e nei confronti di quei calciatori che hanno fatto vincere ben tre Mondiali alla nostra Nazionale. Totti sarà pure forte, ma elevarlo a leggenda irraggiungibile del nostro calcio ce ne vuole. Senza offesa, eh.