Ha 40 anni, ma Fabrizio Donato è ancora l’unica ancora di salvezza dell’atletica italiana. Passano le stagioni, ma l’atleta laziale, nato a Latina il 14 agosto del 1976, è il leader incontrastato di un movimento che fa enormemente fatica a farsi trovare pronto negli appuntamenti che contano.
È accaduto così anche ai Campionati Europei Indoor disputati a Belgrado e conclusi nelle scorse ore. Si aspettavano altri nomi, quei giovani che nelle settimane precedenti avevano fatto ben sperare per un bel risultato sulle piste serbe e chepoi hanno prontamente deluso ogni aspettativa. Così ci ha pensato di nuovo lui a salvare la spedizione, riportando a casa l’Italia con una medaglia d’argento che si aggiunge ai tanti allori conquistati nel corso della sua lunga carriera.
Una carriera cominciata nel lontano 1995 – si, 22 anni fa – in forza alle Fiamme Gialle, lungo la quale ha preso parte a cinque edizioni dei Giochi Olimpici, da Sidney 2000 fino a Rio 2016, passando per Londra 2012 in cui è riuscito a salire sul podio conquistando la medaglia di bronzo. Meno fortunato il rapporto con i Mondiali in cui, nonostante per cinque anni consecutivi (dal 2008 al 2012) fosse stabilmente tra i top five del ranking stagionale, non riuscì mai a farsi valere fino in fondo.
Sulla scena continentale, invece, è riuscito a raggiungere il massimo traguardo vincendo l’oro nell’edizione degli Europei indoor disputata nel 2009 a Torino, quando è riuscito a saltare la misura di 17.59 valsa il nuovo record italiano (e dei campionati). Record nazionale migliorato due anni dopo a Parigi, occasione in cui è arrivato l’argento con la misura di 17.73 alle spalle dell’atleta di casa Teddy Tamgho, capace di fare il primato mondiale un anno prima con 17.90 metri.
L’oro agli europei all’aperto arriva finalmente nel 2012: siamo ad Helsinki, e la misura di 17.68 gli permette di stare davanti a tutti. Infine, diciannove titoli nazionali e questa nuova medaglia europeo conquistata a Belgrado.