12 Febbraio 2003, amichevole a Londra: Inghilterra-Australia 1-3. Debutto di Rooney con la maglia della propria nazionale ancora da minorenne.
19 Giugno 2014, mondiale brasiliano: Inghilterra-Uruguay 1-2. Rooney segna il gol dell’illusorio pari, ma serve a poco. L’Inghilterra a 0 punti dopo due partite ha bisogno di un miracolo per passare il girone.
Una cronistoria che ha l’inizio e la fine segnate da due sconfitte dell’Inghilterra, forse a dimostrazione che gli ultimi anni per la nazionale dei tre leoni sono stati tutt’altro che positivi. Non basta avere una Premier League stellare, se poi non hai la forza di brillare di luce propria. Ma questo è un altro discorso. La favola odierna non ha un finale positivo, almeno per ora. È una di quelle storie di forza, tenacia, e sfortuna. È una di quelle storie che ti fanno pensare a tanti treni persi, forse per sempre, e la voglia di camminare a piedi per raggiungere quel traguardo. Ma resterà una semplice voglia dettata dai sogni di mezz’Estate e dall’afa brasiliana. Wayne Rooney quando ha debuttato in nazionale probabilmente si aspettava una carriera diversa con la maglia inglese.
Ha raccolto qualche gioia, momentanea, come quella del gol contro l’Ucraina che sancì il passaggio del girone a Euro 2012, e tante delusioni. Deludere ai grandi appuntamenti poi brucia particolarmente. Che qualcosa dovesse andare storto si capì già dal Mondiale 2006, quando il talentuoso attaccante, ancora ventunenne, compromise il quarto di finale con un’espulsione tanto stupida quanto pesante. Il Portogallo vinse ai rigori, passando il turno e lasciando all’Inghilterra il più grande rimpianto degli ultimi anni. La nazionale di Sua Maestà è anche sfortunata, ed è impossibile non ricordare l’errore arbitrale nel match con l’Argentina del 2010. E infondo Rooney di questo periodo storico della nazionale inglese è solo un testimone. Purtroppo impotente. Ma è uno di quelli che potrebbero incidere in ogni match, e invece, spesso resta a guardare. Ma rimane così, appeso ad un filo di speranza, anche quando comunque gioca bene, segna magari, e l’Inghilterra perde lo stesso. Perché adesso funziona così in Inghilterra: se le cose girano male, non basta Rooney. A meno che non decida di andare a piedi laddove il treno, che ha perso troppe volte, avrebbe dovuto portarlo. Questa sarebbe una favola, vera, ma resta in sospeso, come le speranze dell’Inghilterra.