Carlo Tavecchio, nuovo presidente della Figc

E’ Carlo Tavecchio il nuovo presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, grazie al 63,63% dei voti. Diciamoci la verità, senza troppi giri di parole, il nuovo numero uno del calcio di casa nostra rappresenta il vecchio (giuro che il cognome non mi ha aiutato) movimento che, negli anni passati aveva già “comandato” l’Italia calciofila. Niente svolta, niente ribaltoni, niente fatti dopo le parole pronunciate subito dopo la debacle mondiale dell’Italia di Cesare Prandelli. Secondo molti, infatti, il successore di Giancarlo Abete doveva essere un personaggio che avrebbe dovuto portare freschezza, vitalità e altre qualità che, in Via Allegri, evidentemente non conoscono. E allora spazio a Tavecchio, 71 anni che, fino a questo momento, ha collezionato magre figure soprattutto dal punto di vista della comunicazione.

“Opti Pobà è ormai diventato un celeberrimo personaggio, con il quale anche i più piccoli, ma non solo, possono addirittura giocare attraverso un app create per ironizzare sulla battuta dell’ex presidente della Lega Nazionale Dilettanti. Evito di trascrivere la battuta affermata da Tavecchio perché è di pessimo gusto (ho usato un eufemismo). Ma, malgrado varie cadute di stile, l’altro candidato appoggiato da alcuni club, ossia Demetrio Albertini, si è dovuto arrendere, dando la mano “all’avversario”, sportivo si intende, con un pizzico di amarezza che, quasi sicuramente, non andrà via facilmente dal corpo dell’ex centrocampista del Milan. Inutile predicare bene e razzolare male. Adesso Tavecchio, nel giro di pochi giorni, deve fare subito quadrato nel “Palazzo”, a cominciare dalla nomina del nuovo Commissario tecnico che, tranne ribaltoni, sarà Roberto Mancini, anche se Alberto Zaccheroni è lì alla finestra in attesa di novità.

Tutto questo, comunque, ha fatto capire, ancora una volta, il pensiero del “Belpaese” (io lo definisco sempre ex, tranne che per la cucina) restio ai cambiamenti epocali e abituato a non abbandonare mai il passato. Come un bambino di 7 anni che, per pigrizia, svogliatezza, chiamatela come volete, continua ad andare in bicicletta, ma con le rotelle, non abbandonando le sue insicurezze e paure. L’Italia è un paese per vecchi e, anche nel calcio è così. Piaccia o non piaccia.