Mercoledì 10 giugno 2015, ore 17, stadio La Sciorba di Genova. È scoccato il minuto 120 di Milan-Torino, Final Eight del campionato Primavera 2014/2015: ultimi atti di una stagione intensa, punteggio di 2-2 ai tempi regolamentari, di 3-3 dopo i supplementari, destinazione calci di rigore. È l’attimo in cui nove mesi di lavoro, corse, fatica trovano concretezza: la tensione sale spesso alle stelle in questi momenti, l’adrenalina si controlla con grande difficoltà. Non per tutti.

Cristian Brocchi, allenatore dei giovani rossoneri, chiama a rapporto i suoi ragazzi: li sprona, sente i loro muscoli e i loro cuori, stila con loro la lista di chi andrà a confrontarsi con l’estremo avversario dagli 11 metri. Fin qui, tutto regolare, si penserà: qui però c’è il “coup de theatre”: Brocchi corre verso gli avversari di turno, abbraccia il suo collega Moreno Longo, con il quale condivideva l’abito da mediano da calciatore, e i calciatori torinesi. Li rincuora, quasi fossero suoi allievi. Ma la Dea Bendata del calcio non conosce emozioni: ai rigori ha vinto il Toro, ma sul campo hanno vinto tutti a Genova.
(Twitter: @GuerraLuca88)