Sembrava impossibile, ma ce l’hanno fatta. No, non è una nuova versione della pubblicità dell’Amaro Montenegro, e tanto meno pretende di esserlo. E’ piuttosto il riassunto della gara d’andata del quarto di Europa League tra Dinamo Kiev e Fiorentina. Un finale al cardiopalma per i viola, dopo una partita condotta si per ampi tratti, ma che stava comunque vedendo trionfare i padroni di casa. Tutto merito (o colpa, fate voi) del gol siglato da Lens al 36′, frutto dell’unica vera occasione in porta in tutta la gara per la formazione allenata da Serghy Rebrov.
Tante le occasioni sia prima che dopo lo svantaggio per gli uomini di Vincenzo Montella, con Borja Valero e Salah principali trascinatori della formazione toscana. Tentativi d’attacco e sgroppate tanto volenterose quanto sfortunate, e che puntualmente andavano ad infrangersi contro il muro del quartetto difensivo composto da Khaceridi, Antunes, Dragovic e Danilo Silva. Tutto apparentemente impenetrabile, specie se ti ritrovi contro uno stadio con 90.000 persone sugli spalti: l’Olimpico di Kiev è sempre stato un caldo catino di emozioni, ma mai come in questo periodo storico – specie se pensiamo a quanto sta accadendo con la vicina Russia – è simbolo di orgoglio nazionale. E poi, sai che soddisfazione avere l’opportunità di alzare la coppa in faccia agli squadroni di sempre della vecchia Unione Sovietica (ammesso che lo Zenit riesca ad andare in fondo alla competizione)?
Un sogno che sembra potersi materializzare sempre di più, almeno sino al 92′ minuto. Ma sarà invece la Viola a ritrovarsi il Paradiso all’improvviso: il Pieraccioni della situazione è tale Khouma El Babacar, piacevolissima rivelazione assieme all’egiziano Salah di questa Fiorentina 2014/15. Un esplosione, la sua, resa possibile grazie ai continui malanni di due pezzi da novanta come Giuseppe Rossi (incolpevole assente) e Mario Gomez. La giusta ricompensa dopo due annate da protagonista in serie cadetta con la maglia del Modena, e che ora vedono protagonista il giovane senegalese anche nella massima serie. 7 gol in 15 partite sono uno score non indifferente per un attaccante di prospettiva come lui, capace di mettere a segno anche due reti in questa edizione dell’Europa League. Quello messo a segno questa sera, però, può valere una stagione.
La sua mezza rovesciata, su delizioso cross dalla destra di Marcos Alonso, vale tanto. E’ il gol della disperazione, è l’urlo di rinascita di un collettivo che dopo i tonfi contro Juventus e Napoli sembrava essere diventato la copia sbiadita di se stesso, capace di brillare per una stagione intera, ma altrettanto abile allo stesso tempo nello smarrirsi proprio all’esame di maturità. Ma non questa volta. “Se ci comportiamo da Fiorentina a Kiev possiamo farcela” – aveva chiosato Vincenzo Montella alla vigilia della gara di Kiev. E ora non può che tirare un sospiro di sollievo.