L’Inter proprio non riesce a vincere due partite consecutive in Serie A. Per la squadra nerazzurra, contro il Cagliari, arriva la prima sconfitta stagionale. Più che una sconfitta, una figuraccia: quattro reti subite in trentaquattro minuti, tre di Ekdal; possesso palla finale in favore della squadra di Zdenek Zeman, spesso abituata ai contropiedi fulminanti e non alla melina. A Milano i sardi passeggiano, si prendono gioco della difesa avversaria e portano a casa i primi tre punti del campionato.
Se questa è una squadra… No, nessun errore. Sembrerebbe l’opera di Primo Levi, ma non lo è. Un certo Marcello Lippi, che viaggia verso lo scudetto cinese con il suo Guangzhou, dopo una clamorosa sconfitta ai tempi in cui allenava l’Inter, si sfogò proponendo il suo esonero e di appendere, “dopo averli presi tutti a calci nel sedere”, i calciatori al muro. Con la stessa vergogna dovrebbe presentarsi Walter Mazzarri in sala stampa.
Zero spunti, pallino del gioco in mano ad una squadra ultima in classifica, che è riuscita a trasformarsi, forse più per ‘bravura’ altrui che non propria, nella big in campo. La difesa, fin qui impeccabile eccetto l’errore di Vidic contro il Palermo, non è mai riuscita a fermare uno straripante Ibarbo, autore di una prestazione super. Ed Ekdal, che una tripletta al ‘Meazza’ neppure la sognava, è riuscito a bussare tre volte alla porta di Handanovic, sfondandola definitivamente nel giro di un quarto d’ora. Passivo molto più pesante se il portiere sloveno non avesse ipnotizzato Cossu dagli undici metri.
Tanto da dire anche sul centrocampo, in particolare su Hernanes: il brasiliano non è il Profeta che i tifosi nerazzurri – e diciamocelo anche Erick Thohir, vista la cifra investita – si aspettavano, quello che, con le sue magie, risultava molto spesso decisivo con la maglia della Lazio. Capitan Nagatomo, come Schettino, abbandona la nave dopo 27’, rimediando ingenuamente due cartellini gialli in centoventi secondi. Dodò spinge poco, di fermare Ibarbo nemmeno il tentativo; Medel, forse stanco, viene puntualmente anticipato. Quasi incolpevole di questa debacle Kovacic, che tenta di allargare il gioco sulle fasce, innesca e appoggia l’azione.
Ancora una volta evidente, ed è stato palese dopo l’espulsione, l’incapacità e la scarsa abitudine di giocare con la difesa a quattro, quella promessa dal tecnico al tycoon indonesiano in estate; ma soprattutto la mancanza di un alternativa al gioco, ancora poco convincente, sulle fasce.
Fischi a San Siro, altro che luci.
Inter (3-5-2): Handanovic 6.5; Andreolli 5, Vidic 5.5, Juan 5.5; Nagatomo 4, Hernanes 4.5, Medel 4.5 (46′ Guarin 6), Kovacic 5.5, Dodò 5 (43′ D’Ambrosio 6); Palacio 5.5 (69′ Icardi sv), Osvaldo 5.5. All.: Mazzarri 4
Cagliari (4-3-3): Cragno 6; Balzano 5.5, Rossettini 6, Ceppitelli 6.5, Avelar 6.5; Ekdal 8, Crisetig 5.5, Dessena 6 (90′ Pedro sv); Sau 7 (73′ Longo sv), Ibarbo 8 (69′ Farias 6), Cossu 5.5. All.: Zeman 7