Partiamo dalla fredda cronaca: nel torneo di Shanghai, penultimo Masters 1000 della stagione, Fabio Fognini è riuscito nella difficile impresa di perdere al primo turno contro lo sconosciuto Chuhan Wang, classe 1992, n.553 del mondo. Al ventiduenne cinese, che aveva usufruito di una wild card, non è sembrato vero poter giocare in un evento ATP di questo livello contro un fantasma con la racchetta e sono bastati due set per aver ragione del tennista ligure, guadagnando in un solo giorno l’intero montepremi di un anno di attività. Ciliegina sulla torta, il consueto dito medio mostrato dal gentleman Fognini al pubblico di casa, che era ovviamente in visibilio per l’impresa del proprio atleta. Dulcis in fundo, un tweet davvero poco professionale: “Tutti a casa !!! FANTASTICA trasferta asiatica“. Insomma, in poche righe il meglio del peggio di Fogna, sempre più vittima del suo lato oscuro.
Non staremo qui a ricordare tutte le stupidaggini commesse dal ligure in carriera, c’è materiale per scrivere un libro. Il repertorio è talmente vasto che annovera, solo nel 2014, le seguenti imprese: insulti razzisti, minacce agli arbitri, liti con avversari, tifosi, supervisor e persino con il padre, multe di ogni importo, decine di racchette distrutte e un dito medio che non si nega a nessuno. Un comportamento da bad boy che ha finito inevitabilmente per offuscare le buone prestazioni, sempre più rare a dir la verità. E pensare che, nonostante le frequenti sconfitte rimediate nell’ultimo periodo, Fognini occupa ancora la posizione 18 della graduatoria mondiale (n.13 il suo best ranking assoluto) ed è di gran lunga il miglior tennista italiano in attività. Le doti tecniche non sono in discussione, e allora continuiamo imperterriti a chiederci: cosa non va nella testa di questo ragazzo?
Fabio, forse parliamo da tifosi ma ti diremmo le stesse cose anche se fossimo semplici appassionati di tennis: siamo stanchi dei tuoi atteggiamenti, la nostra pazienza è finita. Ti abbiamo perdonato, giustificato, compreso e incoraggiato anche nei momenti più bui, ma a 27 anni è arrivato il momento di crescere. La vita è tua e la carriera anche, ma francamente non comprendiamo perchè tu abbia deciso di sprecare il tuo talento e di passare alla storia come il Mario Balotelli del tennis. Non siamo qui per farti la morale ma ti ricordiamo che, quando scendi in campo, non giochi solo per te stesso ma anche per la nazione che rappresenti. Non è bello sentir parlare di te solo per i deprecabili episodi che abbiamo citato in precedenza, o essere considerato dai tuoi stessi colleghi la macchietta del circuito. Ci piacerebbe che il tuo nome venisse accostato solo ad esaltanti imprese sportive. E siamo certi che lo vorresti anche tu, forse imprigionato in un personaggio che non ti appartiene.
È giunta l’ora di fermarsi per un po’ a riflettere per capire come invertire la rotta. Inutile continuare a giocare svogliatamente, collezionando brutte figure, meglio provare a ragionare su quello che vuoi fare da grande, ritrovando la serenità perduta e le giuste motivazioni. Compito sicuramente arduo ma non impossibile e noi, nonostante tutto, speriamo che tu possa tornare ai livelli di gioco che ti competono. Magari ispirandoti al mitico John McEnroe. Tutti ricordiamo il suo carattere irascibile, le intemperanze, gli insulti, le multe, le racchette sfasciate. In campo, però, gli unici ad innervosirsi erano i suoi avversari.
Forza Fabio, reagisci e dimostra di essere maturato: il tennis italiano ha bisogno di te.