Francia-Honduras, la decima partita dei Mondiali 2014, va in scena senza il rituale degli inni nazionali che precede l’inizio del match.
Un inconveniente abbastanza insolito quello avvenuto prima del match tra i transalpini e gli honduregni. Tutti pronti e schierati in attesa degli inni nazionali ma la musica non parte. Probabili problemi tecnici all’impianto audio dello stadio Beira-Rio di Porto Alegre hanno fatto sì che per la prima volta nella storia dei Mondiali di calcio sì desse il via a un match ufficiale senza uno dei rituali più emozionanti e unificanti.
Il protocollo ufficiale prima di Francia-Honduras si trasforma in un mix di sguardi incerti e attesa di ordini dall’alto. Non si hanno ancora notizie ufficiali riguardo le motivazioni che hanno portato alla mancata esecuzione.
Eppure Francia e Honduras sono unite da un sottile legame proprio attraverso l’inno nazionale. Quello della selezione centroamericana, alla quarta strofa, fa una citazione storica riguardo la Francia rivoluzionaria come esempio da seguire. Queste le parole testuali:
“Era la Francia, libera, eroica che nel suo sogno […] seguiva il richiamo virile di Danton […] è stata la Francia che ha inviato alla morte il capo del suo sacro re mettendo, al suo fianco, l’altare della dea Ragione.”
Una coincidenza davvero strana che lega i Catrachos alla selezione di Didier Deschamps. Resta il fatto, però, che per la primissima volta da quando esistono i Mondiali di calcio, gli inni nazionali non siano stati suonati prima della gara. Francia-Honduras passerà alla storia e sarà ricordata anche per questo.