Ci risiamo. Il detto recita testualmente “Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”. Credetemi non mi capacito. A volte credo che alcuni quotidiani siano diretti da un gruppo di scolari al primo giorno di scuola, tediati dall’ora di matematica. Pensieri, parole errate e concetti che causano una reazione tipo “Rambo”, il celebre personaggio del film interpretato da Sylvester Stallone. Un po’ come la “Gazzetta dello Sport” protagonista, ancora una volta, di un titolo alquanto polemico. Ricordate l’ironia del ragazzino sovrappeso, preso in giro dalla redazione di uno dei giornali più importanti del mondo dopo Olanda-Messico? Ecco, se avete fatto mente locale, rammenterete le polemiche sorte dopo una frase di pessimo gusto, nei confronti di un bambino innocente.
Oggi, fortunatamente, la “rosea” non deride nessun bambino, ma ha da ridire sulla seconda semifinale del Mondiale brasiliano tra Olanda e Argentina, vinta ai rigori dai sudamericani. Siamo d’accordo sulla noia di un match sentito e importante, ma i lettori, o anche i professionisti del settore, non possono leggere un titolo che fa riferimento alla monotonia, in maniera alquanto bizzarra. Un lettore, che sia un ragazzino o un adulto, non può ammirare in prima pagina, specialmente, un “Tango Romero, ma che palle”. Tutto quello che volete, ma è improponibile commentare qualsiasi evento così, con un pensiero condivisibile da molti, ma non da riportare integralmente lì, su un quotidiano sportivo. E poi, così scrivendo, non si elogia del tutto la prestazione super di Romero, estremo difensore dell’Argentina, eroe nazionale alla lotteria dei rigori, che ha regalato la finale ai suoi dopo ben 24 anni di attesa. Che dire, in vista della finale di domenica tra Germania e, appunto, Argentina, speriamo di poter ammirare una partita spettacolare. Altrimenti, sai che noia per la “Gazzetta dello Sport”?