Ve lo ricordate Georghe Hagi, il più grande calciatore romeno della storia che ha segnato un’epoca tra gli anni Ottanta e Novanta sia con la sua nazionale che con i club di Real Madrid, Steaua Bucarest, Brescia, Barcellona e Galatasaray? Oggi allena una piccola squadra da lui stesso fondata nel 2009: il Viitorul Constanța, appena divenuta campione di Romania.
In carriera spinse la sua nazionale nel punto più alto della storia (a Usa ’94 raggiunse i quarti di finale, prima di uscire ai rigori per mano della Svezia) e collezionò numerosi trofei con i club blasonati in cui militò. Hagi ha smesso i panni di giocatore nel 2001 per vestire quelli di allenatore.
Nel 2009 ha contribuito alla fondazione di una nuova squadra nella città di Costanza e in questa stagione, seduto sulla panchina del club, ha raggiunto il massimo obiettivo: vincere la Serie A. In pochi anni questo team è diventato una fucina di talenti da far crescere e poi esportare: non a caso da qui sono partiti il figlio dello stesso Hagi, Ianis, oggi alla Fiorentina, nonché Răzvan Marin dello Standard Liegi (ma richiesto da mezza Europa) e Alexandru Ionuț Mitriță, attualmente in forza al Pescara.
Si diceva che il Viitorul Constanta è campione di Romania davanti allo Steaua Bucarest e all’Astra Giurgiu. Ma c’è un però: in Romania, come accade anche altrove, esistono le poule, per cui a metà stagione vi sono alcune squadre che si giocano lo scudetto e alte impegnate nella lotta per non retrocedere, in entrambi i casi dopo aver dimezzato i punti della regular season. Al termine della stagione regolare il Viitorul è primo con 26 punti, due lunghezze in più rispetto allo Steaua; ma dopo il torneo che assegna il titolo entrambe le squadre terminano a quota 44.
A questo punto bisogna considerare gli scontri diretti, ma quali? Quelli della regular season oppure quelli del torneo finale o ancora tutti e quattro? Da queste considerazioni nasce il ricorso di Gigi Becali, patron dello Steaua, deciso a rivedere l’assegnazione del titolo in virtù di un regolamento che, a suo dire, risulta poco chiaro. Ma intanto a Costanza si festeggia e si brinda all’inaspettato trionfo che porta la firma di Georghe Hagi.