Quattro anni fa, un ragazzotto alto, biondo e con il viso da bravo ragazzo faceva il suo esordio al Mondiale sudafricano. Si mise in bella mostra, grazie a reti e assist che gli valsero la considerazione di una buona fetta di appassionati di calcio sparsi per il mondo. Lui è Thomas Muller, attaccante della Germania e del Bayern Monaco, club che ha creduto in lui sin dal primo giorno. Il classe ’89, anno dopo anno è migliorato sotto tutti i punti di vista, anche tatticamente, grazie al suo spirito di sacrificio che lo rende inimitabile. Loew da una parte e Guardiola dall’altra gongolano nell’avere a disposizione un giovane con la G maiuscola che, stasera al “Maracanà” di Rio De Janeiro si giocherà la sua prima finale di una Coppa del Mondo. Sarà l’Argentina l’avversaria da battere e, proprio i sudamericani, rappresentano lo spartiacque della carriera del forte elemento tedesco, protagonista di uno spiacevole trattamento, dopo un’amichevole proprio contro l’Albiceleste.
L’allenatore di Messi e compagni era Diego Armando Maradona che, dopo la sgambata, dichiarò in sala stampa: «Non faccio nessuna conferenza stampa se un giocatore è vicino a me e non mi siedo di fianco a un debuttante». Quel “debuttante”, come definito dall’ex stella del Napoli era proprio Thomas Muller, invitato a sedersi accanto a Maradona per rispondere alle domande dei giornalisti in conferenza stampa. Il calciatore, che non si aspettava quel genere di trattamento, rimase sorpreso dall’atteggiamento de “El Pibe de Oro”, ostinato a non iniziare l’incontro con i media. La querelle, successivamente, venne risolta da buon senso dell’attaccante del Bayern Monaco che abbandonò la sala stampa dell’Allianz Arena. Un motivo in più per il Thomas “tedesco” di segnare e vincere contro l’Argentina.