Un’ altra rivoluzione potrebbe a breve riguardare il calcio europeo e, forse, anche quello mondiale. No, non si tratta di nessuna SuperLega, e neppure di un nuovo scandalo legato al calcioscommesse. Perchè quello che sta accadendo in queste ore in Germania potrebbe avere ripercussioni ben più devastanti nel mondo del pallone. C’è chi già lo paragona ad un nuovo Caso Bosman, ma la vicenda Muller (dal nome del portiere del Mainz coinvolto nella vicenda) promette una lunga serie di ricorsi e riflessioni.

Il tutto nasce da un contrasto risalente allo scorso giugno. Nonostante la ormai veneranda età di 36 anni, il portiere Heinz Muller ha comunque intenzione di restare in biancorosso e chiedere alla società un contratto a tempo indeterminato. Richiesta prontamente respinta dal presidente (nonchè numero 2 della DfB) Harald Strutz, e contenzioso che sembrava essere stroncato sul nascere. Non per il classe 1978, che di coraggio ne ha da vendere: si presenta come parte lesa presso la Corte del Lavoro tedesca e vince il ricorso contro il club renano. Secondo questa sentenza, i calciatori avrebbero diritto alle stesse garanzie di un semplice lavoratore e, pertanto, dopo due anni di contratto (cosi come prevede solitamente la legge tedesca) hanno diritto ad essere assunti a tempo indeterminato. Un fatto che, sostanzialmente, annulla la durata del contratto stipulata in precedenza.

Difficile capire se ciò che ha portato il giudice Ruth Lippa a tali conclusioni sia più frutto di convinzioni personali, o magari di valutazioni affrettate. Un calciatore non potrebbe mai scendere in campo per tutta la vita, e le sue prestazioni col tempo diventerebbero fisiologicamente sempre meno importanti. E’ un po’ come se, ad esempio, tesserati come Totti o Inzaghi continuassero ad essere stipendiati a vita anche dopo aver appeso le scarpe al chiodo oppure dopo essere stati ‘esonerati’ al termine di una stagione. Atti di ‘facciata’, e remunerazioni che graverebbero (e non poco…) sui libri paga di ogni società. Come andrà a finire?