Terremoto in casa Parma, è proprio il caso di dirlo. Dopo l’esclusione dalla prossima Europa League, il numero uno dei ducali Tommaso Ghirardi ha annunciato il suo addio. La conferenza stampa di questo pomeriggio è servita a chiarire i dubbi che il presidente aveva da ieri, pochi minuti dopo la decisione del CONI di estromettere i gialloblu dalla competizione europea. La decisione, irrevocabile o meno, lascia tutti di stucco, compresi quei tifosi che speravano almeno in un ricorso al Tas di Losanna. Invece, niente di tutto questo: Ghirardi saluta la cittadina emiliana e lo fa sbattendo la porta.
Spiega le sue ragioni, inveisce contro chi ha permesso tutto questo, ma non fa nomi. Già, come una commedia già vista e rivista tante volte nel calcio italiano. “Il sistema dovrebbe dare un aiuto tecnico legislativo, ma ci sono i poteri forti”. Quindi, perché non parlare? Perché non individuare questo “potere forte” che tanto danneggia il nostro calcio? Se Tommaso Ghirardi, che ammiro per quello che ha fatto nella società gialloblu, vuole sconfiggere, sfidare chi gli vuole male, deve uscire allo scoperto. Con le mezze parole, “Io so, ma non parlo” oppure “Parlerò a tempo debito”, non si va da nessuna parte. Sembra di stare nel paesello di provincia animato da 500 anime, dove tutti sanno tutto, senza, però, fiatare quando ci sarebbe da farlo. Onestamente, tale atteggiamento ha stancato.
Se Tommaso Ghirardi che, ripeto, merita tutti i complimenti per il miracolo sportivo che ha compiuto, vuole bene al Parma, alla città emiliana, ai tifosi crociati, deve rimanere in sella alla propria creatura e parlare senza peli sulla lingua. Solo così, un giorno, qualcuno, soprattutto il giovane di 12 anni, lo ringrazierà per aver portato una ventata di novità in questo calcio malato, costellato da problemi. Capiamo la rabbia, la delusione per l’obiettivo sfumato dopo anni di sacrifici, ma nel mondo pallonaro, come nella vita, le vie di mezzo, in alcuni frangenti dovrebbero essere messe da parte.