Una notizia inaspettata scuote l’Argentina alla vigilia della finale della Coppa del Mondo contro la Germania. Comunque vada a finire, Alejandro Sabella potrebbe abbandonare il ruolo di commissario tecnico della nazionale sudamericana. È stato il suo manager Eugenio Lopez a rivelarlo ai giornalisti: “Credo proprio che Alejandro si dimetterà. Era il suo sogno allenare la nazionale. Ci è riuscito e ora il suo ciclo è terminato. Anche con l’Estudiantes ha vinto e se n’è andato“. Normale gioco tra le parti per ottenere un ritocco all’ingaggio, o decisione già presa?

Se così fosse, si tratterebbe di un autentico fulmine a ciel sereno. Sabella, a suon di risultati, è stato in grado di smentire tutti i suoi detrattori: prima dei Mondiali, in patria era stato accusato in modo feroce per non aver convocato Tevez e altri giocatori “sgraditi” a Lionel Messi. Adesso, dopo la conquista di una finale che mancava dal 1990, nessuno osa più contestare il selezionatore dell’Albiceleste, capace di costruire con grande senso pratico una squadra umile e solida attorno al suo numero dieci.

Indipendentemente dall’eventuale lieto fine, è una vera favola quella del cinquantanovenne nato a Buenos Aires. Pensate che Sabella, fino al 2009, non aveva mai allenato nessuna squadra, ricoprendo il ruolo di vice di Daniel Passarella. Cinque anni fa, ecco la meritata opportunità dopo tanta gavetta: gli viene offerta la panchina dell’Estudiantes, e lui ripaga la fiducia conquistando un torneo di Apertura ed una Copa Libertadores. Dopo aver rassegnato le dimissioni per divergenze con la dirigenza, il 2 agosto 2011 arriva l’occasione della vita e diventa commissario tecnico della sua Nazionale. Con risultati eccellenti: 27 vittorie in 40 partite rappresentano un bottino davvero ragguardevole.

I successi sportivi, tuttavia, non sembrano sufficienti a garantire la riconferma di Sabella. La notizia dell’addio del tecnico potrebbe destabilizzare l’ambiente argentino in un momento in cui, superfluo evidenziarlo, servirebbe la massima concentrazione da parte di tutte le componenti. Ma, ne siamo certi, il senor Alejandro avrà già catechizzato con la consueta saggezza i suoi giocatori, ad un passo dalla conquista della terza Coppa del Mondo della loro storia.