Giro d’Italia edizione numero 97, si parte della capitale irlandese: Belfast. La Carovana rosa è stata accolta della pioggia, l’orgoglio delle istituzioni e l’entusiasmo della cittadinanza. Una nuova partenza dall’estero per il Giro, la più lontana. Ne abbiamo parlato con Gianni Bugno, oggi presidente dell’Associazione ciclisti, vincitore del Giro d’Italia del 1990.

“Effettivamente questa partenza è la più lontana. Saranno molto importanti le condizioni climatiche di questi tre giorni. Sicuramente, vista la location, non farà caldo ed anche se non si tratta di tappe particolarmente impegnative non è da sottovalutare il fatto che siamo all’inizio del Giro e con un clima instabile, questi due elementi caratterizzeranno sicuramente questi primi tre giorni”.

Non affatica ulteriormente i ciclisti un trasferimento così lungo?

Io penso di no, questo trasferimento è semplicemente in aereo anziché in macchina. In generale se il trasferimento è organizzato bene non ci sono grossi problemi.

Ma lei cosa ne pensa dell’idea di disegnare un giro più breve, magari di due settimane anziché tre, per preservare la salute dei corridori? In effeti, in principio, il Giro prevedeva 10 tappe intervallate da giorni di riposo.

Due o tre settimane non cambiano la fatica dei corridori. Il bello del Giro è proprio che si svolge in tre settimane. Inoltre diventa difficile fare il Giro dell’Italia in due settimane, o si allungano le tappe o si percorre solo mezza Italia. Anche se, quando si parte dall’estero il discorso è lo stesso. Tornando ai corridori il percorso è lo stesso per tutti, quindi, alla fine, non cambia nulla. Se l’obiettivo è far fare meno fatica ai corridori non è sulla durata che si deve lavorare. Si potrebbe riflettere sul tracciato e sicuramente sui trasferimenti.

Fra qualche ora partirà la prima tappa, un pronostico per la vittoria finale?

Fare un pronostico è difficile, ci sono tanti pretendenti e sarà la strada a darci le risposte. Viste le loro caratteristiche tecniche nella rosa dei vincitori inserirei Michele Scarponi, Cadel Evans, Nicholas Roche, Joaquim Rodriguez, Rigoberto Uran e ovviamente Nairo Quintana.